La Porche 919 Hybrid #19 dell’equipaggio di Hulkenberg/Tandy/Bamber ha condotto una gara magistrale, riportando la Porsche sul gradino più alto della 24 Ore di Le Mans dopo ben quarantatre anni.
Le Porsche sono state perfette e hanno dimostrato di averne molto di più delle Audi, tanto da recuperare costantemente sulle vetture della Casa dai Quattro Anelli in tutti i tratti del tracciato. Le 919 Hybrid sono state in grado di essere più veloci anche quando l’Audi #7, seconda al calare della sera, sperava di fare la differenza: durante la notte.
Lo scorso anno, infatti, proprio durante la notte l’Audi di Lotterer/Fassler/Treluyer ha fatto la differenza, staccando il resto del gruppo e costruendo un vantaggio che gli consentì di portare a casa la vittoria.
Le Porsche hanno dato l’impressione di temere le Audi solo in due momenti della gara: all’inizio, quando ancora tutto il gruppo era compatto e poteva succedere di tutto, e alla fine, quando ad un’ora dal termine è arrivata la pioggia. Ma in casa Porsche hanno valutato che il vantaggio era diventato incolmabile e hanno rilassato i nervi, chiedendo ai piloti di portare semplicemente le vetture al traguardo.
Secondo gradino del podio per la Porsche #17 dell’equipaggio Webber/Bernhard/Hartley. Forse la #17 era la più accreditata per la vittoria, ma la penalità comminata a Webber e un passo nettamente superiore della #19, ha costretto gli ingegneri Porsche a costruire la strategia proprio attorno alla vettura di Hulkenberg/Tandy/Bamber, che sicuramente era il meno “papabile” per la vittoria. La composizione dell’equipaggio parla da sola: a dividersi il volante c’erano Nico Hulkenberg, sicuramente uno dei più talentuosi piloti della Formula 1 ma un pilota ancora acerbo per quanto riguarda l’endurance, Earl Bamber, un pilota proveniente dalla Carrera Supercup, e Nick Tandy, l’unico ad avere esperienze precedenti a Le Mans.
Gradino più basso del podio per l’Audi #7 Lotterer/Fassler/Treluyer, che hanno spinto tanto nella prima parte di gara e poi hanno dovuto fare i conti con i vari inconvenienti che una gara come la 24 Ore di Le Mans ti fa trovare dietro l’angolo.
Quarta posizione per l’Audi #8 di Di Grassi/Jarvis/Duval, che hanno raccolto punti importanti in ottica campionato, perchè i punti di Le Mans valgono doppio.
Quinta posizione per la terza Porsche, la numero #18 guidata da Dumas/Jani/Lieb. Probabilmente, se non fosse stato per l’errore notturno di Jani, la Porsche avrebbe potuto fare una memorabile doppietta.
Sesta posizione per la Toyota #2 di Wurz/Sarrazin/Conway, mentre l’altra Toyota con Davidson/Buemi/Nakajima si è classificata ottava.
Tra le due Toyota, che sicuramente sono state la grande delusione di questa edizione della 24 Ore di Le Mans, troviamo l‘Audi #9 di Albuquerque/Bonanomi/Rast, che tra le tre vetture della Casa di Ingolstadt è stata sicuramente la più sfortunata, con un incidente nelle prime fasi di gara e poi tanti problemi meccanici.
Nona posizione di categoria e diciottesima assoluta per la Rebellion Racing #13 di Imperatori/Abt/Kraihamer, mentre l’altra Rebellion Racing, la numero #12 di Prost/Heidfeld/Beche è ventitreesima assoluta.
Per Nissan, è stato come partecipare al ballo delle debuttanti e, per dirla tutta, non ha fatto una bruttissima figura: le tre Nissan GT-R LM Nismo hanno completato la gara, anche se con scarsi risultati. Le tre vetture si sono classificate rispettivamente in quarantesima, quarantacinquesima e quarantanovesima posizione assoluta, con distacchi impressionanti dai primi classificati, ma potremmo spezzare diverse lance in favore di Nissan: è la prima volta che partecipano alla 24 Ore di Le Mans, hanno un progetto totalmente innovativo, hanno degli equipaggi che con questa gara non si sono mai confrontati. L’anno prossimo andrà meglio.
In LMP2 ha stavinto la Oreca 05 numero #47 di Howson/Bradley/Lapierre, che ha dominato dall’inizio alla fine. La vettura, a tre ore dal termine, aveva due giri di vantaggio sul secondo classificato ma, un guaio meccanico ha fatto perdere qualche minuto alla vettura che, visto il consistente vantaggio, non ha avuto problemi ad andare a prendersi la vittoria.
Seconda posizione per la Gibson 015S numero #38 messa in pista da Jota Sport e guidata da Dolan/Turvey/Evans.
Chiude il podio la Ligier JS P2 del team G-Drive Racing numero #26, che vedeva Rusinov/Canal/Bird dividersi il volante.
Il categoria GTE Pro, ha trionfato la Corvette C7.R di Gavin/Milner/Taylor. Sicuramente, in questa categoria c’è stata la gara più bella, con la Corvette che è partita forte e poi ha battagliato per oltre tre ore con l’Aston Martin #99. Superato lo scoglio della #99, la Corvette ha dovuto fare i conti con la Ferrari #51 del team AF Corse, che vedeva Fisichella/Bruni/Vilander dividersi il volante. La #51 ha recuperato un giro di svantaggio durante la notte e, dopo una dura battaglia è saltata in testa e sembrava destinata a rimanerci, prima che la trasmissione della Ferrari 458 Italia GT2 smettesse di funzionare facendo perdere tantissimo tempo ai vincitori della passata edizione della 24 Ore di Le Mans. Fortunatamente, i meccanici del team umbro hanno effettuato la riparazione in tempo utile per rimandare la vettura in pista e prendersi il gradino più basso del podio.
Completano il podio Rigon/Calado/Beretta con l’altra Ferrari del team AF Corse, la numero #71.
In categoria GTE Am ha trionfato la Ferrari 458 Italia del team SMP Racing guidata da Bertolini/Shaitar/Basov, che hanno vinto con oltre un giro di distacco sui secondi classificati, i piloti del team Dempsey-Proton Racing Dempsey/Long/Seefried, al volante della Porsche 911 RSR #77. Chiudono il podio Sweedler/Bell/Segal, che portano la Ferrari 458 Italia #62, messa in pista dal team americano Scuderia Corsa, sul terzo gradino del podio di Le Mans.