E’ scomparso nella notte all’età di 92 anni mister “Tony Kart”, al secolo Antonio Bosio, uno dei guru del karting mondiale e fondatore dell’omonima fabbrica, salita in breve tempo alla ribalta delle cronache mondiali. Bosio fondò la sua piccola fabbrica nel 1956, nominandola con quello che era un soprannome affidatogli proprio nel momento in cui mise per le prime volte le mani su queste microvetture per le quali ebbe una sorta di folgorazione.
Bosio, meccanico sopraffino, dopo le prime esperienze con le macchine agricole, iniziò a costruire dei mezzi all’apparenza molto rudimentali, costituiti da un telaio tubolare, un motore bicilindrico e il volante di una Topolino. Ecco i primi kart “made by Bosio”, che diventeranno ancora più sofisticati quando il genio bresciano si ispirò alla foto di un kart americano.
Personaggio vulcanico e geniale, portò quasi da subito la sua azienda ai vertici delle classifiche mondiali e stupì tutti nel 1969, quando nel corso di un test sull’Autodromo di Monz portò un suo kart alla velocità di 214,8 km/h, record a oggi rimasto imbattuto.
Tony ebbe anche un ruolo di collaborazione con la Federazione Italiana Sport Invernali, quando collaborò alla costruzione dei bob con i quali Eugenio Monti vinse 11 Mondiali e 6 medaglie olimpiche.
Non solo meccanica, non solo idee, ma anche un grande cuore. Bosio, infatti, l’anno scorso ha deciso di donare tutti i suoi averi alla “Fondazione Antonio Bosio Onlus”, grazie alla quale ha costruito una casa di riposo per gli anziani del paese, realizzando così il desiderio del padre.
La sua eredità è enorme, quella della prima fabbrica di kart a livello mondiale (il gruppo OTK) e di unracing team che recentemente ha ripreso a dettare legge nelle competizioni mondiali. Alla famiglia, le condoglianze di tutti noi.