L’istituto ambientale olandese TNO e il centro ricerche ambientali di Heidelberg hanno dimostrato che le case costruttrici non comunicano i dati reali relative al consumo delle vetture.
Addirittura, secondo gli Istituti che hanno portato avanti questo studio, i dati sarebbero sbagliati a tal punto che, per valutare correttamente la convenienza di una nuova vettura, andrebbero considerati circa 450 euro in più rispetto alle spese calcolate utilizzando i dati sui consumi diramati dalle case.
Rispetto ai dati forniti dalle case per le vetture in commercio 10 anni fa, i dati di oggi sono molto meno aderenti alla realtà. Basti pensare che, facendo i calcoli su una citycar media, la spesa annua per il carburante potrebbe essere addirittura il doppio rispetto al risultato dei calcoli teorici.
Eppure, nonostante le normative europee tendano a diventare sempre più severe, le case continuano a diramare falsi dati riguardo i consumi delle vetture: anche calcolando che potrebbero esserci delle discrepanze, per vari motivi, rispetto ai dati dichiarati, i conti non tornano.
Ma a questo punto c’è da capire perchè le Case decidano di falsare così i dati relativi ai consumi. Anche se un perchè non c’è, potremmo pensare che durante le prove vengano utilizzati dispositivi per il risparmio del carburante (come lo Start&Stop) e non vengano utilizzati tutti quei dispositivi, ormai utilizzati su tutte le autovetture, che assorbono una quantità di energia tale da far consumare di più il motore, come, ad esempio, il climatizzatore.
Ma finalmente, qualcosa inizia a muoversi, anche a livello giuridico: se i proprietari delle Fiat Panda e delle Volkswagen Golf che hanno fatto causa alle Case per la notevole discrepanza tra consumi reali e consumi dichiarati dovessero ottenere il rimborso delle spese in eccesso (circa 500 euro all’anno), questa sentenza creerebbe un precedente giudiziario che andrebbe a mettere in guardia tutti gli altri costruttori dal dichiarare consumi falsi.