Segnatevi questi nomi: Albert Bosch e Augustin Paya Collegate questo binomio al nome Acciona, non pensate al carburante e avrete la sfida tutta elettrica della Dakar. Si tratta della prima auto elettrica che tenta l’avventura della maratona nel deserto sudamericano. Non conta la velocità, ma arrivare al traguardo. Questo prototipo è spinto da un motore elettrico composto da 4 batterie al litio capace di erogare 300 cavalli e di arrivare a una velocità massima di 140 km/h.
Tutto il resto della strumentazione, invece, è alimentata da pannelli solari e il telaio è in cromo molibdeno, materiale leggerissimo e molto resistente. E’ stata progettata dallo stesso Paya, che ne spiega il funzionamento:
“Questo pacco di batterie ha la capacità di immagazzinare 140kW, l’equivalente dell’energia necessaria ad alimentare 40 appartamenti o 700 lavatrici. Questo dovrebbe essere il mezzo elettrico più potente disponibile al momento al mondo”.
L’impresa è ardua e non priva di difficoltà, ma indubbiamente è stata affrontata con un coraggio leonino. Al primo bivacco sono arrivati alle 2 di notte, mentre la seconda tappa è stata conclusa con ben 3 ore e 38 minuti di ritardo rispetto al termine massimo per l’arrivo al bivacco. Ma la forza di questa vettura sta nella rapidità con la quale questa vettura è stata messa in condizioni di ripartire, visto che la ricarica delle batterie dura da 30 a 50 minuti. Peggio è andata nel corso della seconda tappa, quando la vettura è stata costretta a fermarsi in mezzo al deserto per la botta rimediata dopo 100 km e hanno dovuto attendere persino l’arrivo di un camion per liberarli dalla sabbia. La seconda speciale è stata completata durante la notte e, appunto, sono arrivati al bivacco oggi poco prima delle 12 locali. Ma quello che conta è che l’impresa sia riuscita e che la vettura sia stata messa in condizioni di ripartire.