De Tomaso Pantera, ma che ne sanno le supercar di oggi | Lo zampino di Ford e Dallara
Poco timorosa della concorrenza delle più lussuose della Motor Valley, la De Tomaso dà vita a una feroce coupé sportiva che ha lasciato il segno.
È proprio vero che il destino sta nel nome e chiamarsi De Tomaso Pantera non può che essere espressione di un carattere impetuoso e feroce, che lascia il segno. Una meravigliosa super sportiva, esemplare di spicco nel suo segmento, prodotta per oltre vent’anni.
Esemplare meno blasonato rispetto alle sue concorrenti conterranee, quelle della Motor Valley emiliana, che dominavano la scena con un lusso che alla De Tomaso non apparteneva. Parliamo di Ferrari, di Maserati e di Lamborghini, una concorrenza non proprio comune e facile.
Nonostante ciò la De Tomaso, fondata nel 1959, con la sua Pantera, una coupé sportiva, dal 1971 al 1993, raggiunge il successo tanto atteso: una sportiva dalle eccellenti prestazioni che nasceva dalla collaborazione della De Tomaso con Ford poiché la Pantera montava un motore dell’azienda americana e lo stesso stile venne curato da Ghia; l’assemblaggio era invece a cura della Vignale.
L’intenzione di produrre una mole maggiore di esemplari della De Tomaso Pantera portò alla realizzazione di una nuova piattaforma, un rinnovato telaio messo a punto tra il 1969 e il 1970, risultante in una carrozzeria monoscocca a cura di Gian Paolo Dallara. Un disegno dalle linee moderne e spigolose quello che Tom Tjaarda, matita brillante del centro stile Ghia, pensò per la De Tomaso Pantera.
De Tomaso Pantera, la sportiva coupé che ha lasciato il segno
Il motore di questa super sportiva era un propulsore Ford 5.8 litri tipo “Cleveland 351”, nello specifico un V8 con alimentazione a carburatore erogante 330 cv, abbinato a cambio manuale a cinque rapporti di produzione ZF, dotato di differenziale autobloccante. La De Tomaso Pantera si impose subito sulla scena rivaleggiando con grandi nomi del lusso e della sportività italiana.
Diretta competitore della Maserati Bora, delle Ferrari BB 365 GT/4 e 512, della Lamborghini Countach, che seppur meno dotata nelle performance poteva contare su un prezzo più contenuto e prestazioni di livello. Inoltre il motore pensato da Ford per questa super sportiva aveva ampi margini di potenziamento: divenne sin da subito amatissima dai preparatori di auto da competizione, collezionando molte vittorie.
La collaborazione tra De Tomaso, Ford e Dallara
La De Tomaso Pantera debuttò sul mercato a partire dal 1971 quando anche Ford, grazie alla sua rete di vendita Mercury, si occupò della sua commercializzazione negli Stati Uniti, per quattro anni, dove riscosse grande apprezzamento, tanto che l’80% delle vetture prodotte in quegli anni, finì proprio sul mercato americano.
Già nel 1972 la De Tomaso presentò poi la Pantera L che si intende fosse di dimensioni maggiori, a partire dal paraurti con nuovi dettagli e qualche tocco di stile per gli interni. Nel 1973 è il turno della Pantera GTS ancora più aggressiva. Una storia che va avanti fino agli inizi degli anni Novanta con l’esemplare unico Pantera 200.