DR Automobili: il governo italiano infligge una multa da 6 milioni di euro | Il tema del tricolore sta sfuggendo un po’ di mano
Il governo italiano ha multato DR Automobiles per 6 milioni di euro per aver venduto veicoli fabbricati in Cina come prodotti in Italia. Secondo l’autorità italiana di regolamentazione della concorrenza, DR Automobiles ha venduto le sue auto come prodotte in Italia, anche se provenivano principalmente dalla Cina.
DR Automobiles, con sede nel Sud Italia, assembla modelli CKD (Complete Knock Down, ovvero kit car) dei marchi cinesi Chery, BAIC e JAC. Queste auto prodotte in Cina arrivano in kit in Italia dove vengono assemblate. L’azienda ha fatto sapere che farà ricorso contro la multa, poiché non ha mai affermato che i suoi veicoli fossero fabbricati interamente in Italia.
Siamo di fronte a un nuovo episodio di una legge del 2003 che ha lo scopo di promuovere i prodotti fabbricati in Italia e vietare l’uso di simboli o parole riferiti al Bel Paese. Per l’Autorità Garante della Concorrenza e della Concorrenza, “DR Automobiles, nell’ambito di messaggi e/o comunicazioni commerciali diffusi almeno dal dicembre 2021 attraverso vari canali, ha indicato l’Italia come origine e luogo di effettiva produzione dei veicoli commercializzati con la DR ed Evo.”
Si tratta però, assicura l’Autorità, di veicoli prodotti in Cina, salvo “marginali lavori di rifinitura e finitura nel nostro Paese”. E aggiunge, “la pratica ingannevole è coincisa con un periodo di forte crescita delle vendite di automobili dei marchi DR ed Evo sul mercato italiano”.
Non è la prima volta che un marchio viene additato per aver utilizzato simboli o nomi che alludono all’italianità di un prodotto quando, secondo le autorità, non sono del tutto italiani.
Altri casi di multa
Il mese scorso, decine di Fiat Topolino sono state sequestrate nel porto italiano di Livorno perché portavano bandiere italiane sulla carrozzeria. Ad aprile, l‘Alfa Romeo ha deciso di cambiare il nome del suo nuovo modello Milano , prodotto in Polonia, in Junior. La mossa arriva in un momento in cui l’Italia e l’Unione Europea nel suo insieme stanno reprimendo le auto prodotte al di fuori dell’Unione.
E in questo caso l’Italia ritiene che le auto assemblate sul suolo italiano in modalità CKD non siano considerate prodotte in Italia. A meno che le DR non siano effettivamente assemblate come Semi Knock Down, cioè con il telaio già saldato e la carrozzeria verniciata. In quel caso non sarebbero altro che automobili prodotte e smontate in Cina per essere rimontate in Italia.
Le CKD
Il termine Complete Knock Down, abbreviato CKD, si riferisce a tutte le parti necessarie per assemblare completamente un veicolo. In questa modalità, il telaio deve essere saldato e la carrozzeria deve essere assemblata, saldata, verniciata, ad esempio.
L’uso di questi kit è una pratica comune tra le case automobilistiche, che li vendono alle loro filiali all’estero per evitare di pagare tariffe che sarebbero state più alte come prodotto finito.