Se dovesse rimanere con questa livrea, a mio modesto parere, sarebbe bellissima. Tanto bella quanto insolita.
Questa mattina è entrata in scena la nuova Red Bull RB11. Il nuovo gioiello di Adrian Newey è uscito dal box senza nessuna presentazione ufficiale, dal momento che l’assemblaggio è andato molto a rilento per via del ritardo nei crash test, effettuati soltanto nella serata di ieri.
Infatti, nonostante il box Red Bull fosse già stato allestito, fino a ieri sera non si sapeva se la monoposto di Milton Keynes avrebbe potuto disputare i test.
A catturare l’attenzione è il muso corto in stile Mercedes, che però presenta un piccolo bulbo. Questa soluzione è stata adottata per migliorare i flussi sotto il muso ed avere una maggiore efficienza aerodinamica.
La sospensione anteriore mantiene l’architettura push rod e, come già visto su altre vetture, il braccio di sterzo è allineato con il triangolo superiore, in modo da simulare il comportamento aerodinamico di un solo elemento. Inoltre, sulla falsa riga di quanto già visto nel 2014, si nota un S-Duct che va a scaricare aria direttamente davanti al casco del pilota, a dimostrazione che tutte le appendici aerodinamiche presenti sui caschi sono di notevole importanza per il rendimento della vettura.
La RB11 presenta anche una interessante soluzione pensata e portata avanti dalla Ferrari: i mozzi forati.
Nella zona della pancia si nota come il progetto sia stato incentrato sull’efficienza aerodinamica: il profilo della pancia, infatti, si presenta molto alto, con una vistosa svasatura che fa in modo che i flussi scorrano verso il retro della vettura, in modo da migliorare anche l’efficienza dell’estrattore posteriore.
Il roll hoop mostra una presa d’aria del motore ovale, sotto alla quale c’è una seconda apertura, molto più grande rispetto allo scorso anno, che riprende quanto visto già su Ferrari e Toro Rosso.
Probabilmente il flusso delle due aperture segue “strade” diverse, in modo da avere sempre aria abbastanza fresca per tutti i componenti, di natura elettronica e meccanica.
A differenza di quanto visto sulle altre vetture, il monkey seat non è sul monopilone posteriore ma sulla struttura deformabile.