Ferrari VS Ritmo Abarth, un confronto solo all’apparenza impari | Perché queste due auto hanno molto in comune
Stiamo parlando di due modelli iconici che all’apparenza non hanno nulla in comune, ma solo all’apparenza, questo perché una al suo interno racchiude un cuore tutt’altro che lento e morigerato: una è una Ferrari, l’altra è una Abarth d’altri tempi, una Ritmo 130, uno delle icone anni 70 per eccellenza molto simile alla sorella Lancia Delta, una gemella diversa per certi versi.
Stiamo parlando di quelle storie che sanno di olio e benzina mista a chiave inglese e prestazioni stupefacenti.
La Ferrari 208 nacque squisitamente per il mercato italiano, come modello di accesso per sostituire l’ormai sorpassata Dino 208 GT4 e continuando a rimanere sotto la fascia di cilindrata dei 2 litri, soglia ove scattava una tassazione più pesante, ovvero l’Iva al 36% anziché al 18%.
La 208 rappresentava la Ferrari entry-level, ma a parte il gruppo motore-cambio, era identica alla più blasonata 308. La carrozzeria era disegnata da Pininfarina e aveva un profilo a cuneo piuttosto pronunciato, con una griglia rettangolare del radiatore realizzata in alluminio che si trovava sotto il sottile paraurti anteriore: quest’ultimo, di color nero satinato, era realizzato in un sol pezzo e percorreva l’intera larghezza del musetto.
Le portiere erano caratterizzate da incavi che conducevano l’aria alle prese del vano motore e nella parte posteriore, sul pannello verticale di coda leggermente incassato, c’erano i gruppi ottici gemelli di forma circolare.
La 208
La 208 GTB aveva, come tutte le Ferrari dell’epoca, il telaio tubolare e la carrozzeria composta da pannelli in acciaio. Il motore otto cilindri a V di 90° in alluminio era montato in modo trasversale, aveva la distribuzione doppio albero a camme in testa ed era alimentato da quattro carburatori Weber doppio corpo. Erogava 155 CV a 6.800 giri e 170 Nm di coppia massima a 6.500 giri. Numeri che anche all’epoca erano tutt’altro che sorprendenti e infatti la velocità massima non superava i 215 km/h.
Questi divennero i veri limiti anche per il mercato che non l’apprezzò particolarmente il modello e ne furono realizzate solo 300 unità, divise in 160 con carrozzeria chiusa (GTB) e 140 con tetto denominato targa (GTS).
La Ritmo
La nettamente già ambita e comoda, bisogna dirlo, Fiat Ritmo Abarth 130 non regge il paragone. Costava un terzo, era più scattante e oggi, in proporzione, vale di più.
Ad ogni modo, questo curioso confronto fa capire quanto andasse realmente la 208 GTB, che pure era velocissima per la potenza a disposizione: superare i 213 km/h con 155 CV a disposizione, non era verto impresa semplice a fine anni Settanta, ma lei aveva quello charme innato che la faceva volere da molti