Honda NSX, la supercar nipponica dove Ayrton Senna mise lo zampino
Sapete che negli anni a cavallo tra il 90 e il 2000, Honda mise a frutto tutte le idee più rivoluzionarie degli anni 80 e non solo con un vettura che in poco tempo destò scalpore diventano una delle più affascinati e rivoluzionarie di tutti i tempi.
Stiamo parlando dell’Honda NSX che vide la luce nel 1990 e da allora la Honda NSX non mise mai di stupire, anche con la nuova versione tutto il concetto di super sportiva di Honda si trova li, in una vettura tanto iconica quanto unica, denominata con tre lettere: NSX, ovvero: “New Sports eXperimental” (Nuova Sportiva Sperimentale).
Rappresentava un’auto all’avanguardia e, per la prima volta, mostrando quest’innovativo prodotto, Honda riuscì a eclissare i marchi più blasonati con una sportiva di altissimo livello, compresi i suoi più acerrimi rivali in casa, ovvero i giapponesi di Toyota e Nissan.
Nell’ultima decade del secolo scorso, ovvero dagli anni 90 al 2005, anno di fine produzione di questo gioiello della tecnica, il segmento delle sportive di alta gamma era popolato dalle GT europee a motore centrale e posteriore come Porsche o Ferrari.
Queste erano auto da sogno sia per il prezzo e sia per la difficoltà di guida ma nel 1990 Honda cambiò radicalmente questo concetto desueto presentando una super GT all’avanguardia e con una linea mozzafiato ma al tempo stesso anche fruibile, affidabile e affilata tra le curve delle maggiori strade del mondo. Questa nuova vettura di Honda era fuori dagli schemi, per questo sfidava le prestigiose rivali, spesso vincolate ai retaggi tradizionali della produzione artigianale.
Le unicità dell’Honda NSX
NSX, essendo un acronimo, poteva sembrare un nome banale, ma sintetizzava in maniera ottimale il pragmatismo e la risolutezza della Casa del Sol Levante nel voler lasciare un segno indelebile nella lunga storia del motorismo. Ci riuscì, anche grazie al prezioso contributo dell’indimenticabile Ayrton Senna che ci mise molto del suo per farla essere una vettura iconica e speciale.
l’Honda NSX di produzione debuttò con molto clamore l’anno seguente. Gordon Murray, progettista di fama mondiale e padre della McLaren F1, parlò dell’Honda NSX come una delle auto più significative e uniche degli anni ’90.
Il cuore pulsante dell’Honda NSX era un 3.0 litri V6, chiamato “C30A” in grado di erogare 270 CV e 285 Nm di coppia massima, in grado di arrivare alla fatidica linea rossa a 8.000 giri. Questo propulsore era montato subito dietro l’abitacolo e si caratterizzava per il controllo elettronico della fasatura e dell’alzata delle valvole variabile, da qui il nome VTEC, il tutto per le sei bobine individuali e le bielle ultraleggere in titanio. Una vera rivoluzione per l’ingegneria moderna.