L’Aston Martin si tinge di tricolore
Una fetta di Italia entra all’Aston Martin. La Investindustrial, fondo italiano di investimento che fa capo al finanziere milanese Andrea Bonomi, ha rilevato il 37,5% delle azioni del famoso marchio inglese di vetture di lusso, pari a un controvalore di 190 milioni di euro. L’operazione consentirà a Investindustrial di diventare il principale azionista della Casa automobilistica. Lo scorso aprile, la compagnia di Bonomi aveva intascato 860 milioni di euro dalla vendita della Ducati alla Volkswagen. Cambierà dunque l’assetto societario dell’Aston Martin, che prima dell’arrivo della Investindustrial vedeva la quota di maggioranza nelle mani della Investment Dar con soci minoritari un altro fondo d’investimento del Kuwait, Adeem, l’uomo d’affari Frederic Dor e David Richards, patron della società inglese di “engineering” Prodrive specializzata nella preparazione di vetture da corsa e nella progettazione di componentistica per le competizioni. A ottobre, il nome di Andrea Bonomi – che è il nipote di Anna Bonomi Bolchini, la “signora” della borsa italiana degli Anni Ottanta – era stato accostato all’Alfa Romeo: la Investindustrial stata puntando all’Alfa Romeo ed era pronta a sborsare 550 milioni di euro. Già nel 1995, Bonomi insieme alla famiglia Benetton era stato sul punto di rilevare l’inglese Lotus. Fondata nel 1922 in Inghilterra da Robert Bamford e dal pilota Lionel Martin – già titolari del garage Bamford&Martin – la Aston Martin si dedicò inizialmente alla realizzazione di auto da corsa: il nome Aston fu infatti scelto, sostituendo l’originale Bamford, dopo una importante vittoria una gara in salita all’epoca molto famosa in Gran Bretagna, la Londra-Aston Clinton. Il progetto di avviare una produzione in piccola serie di vetture sportive stradali fu stroncato dallo scoppio della Prima Guerra mondiale. Dopo il conflitto, la Aston Martin riprese la costruzione di macchine da corsa e gran turismo in serie limitata: malgrado i successi internazionali, le vendite non decollarono. La piccola Casa automobilistica fu quindi acquistata, nel 1926, da Bill Renwick e dall’italiano Augusto Bertelli. Più avanti, nel 1933, l’azienda fu rilevata da Arthur Sutherland; Bertelli, che era un apprezzato ingegnere, rimase alla direzione tecnica. Dopo il secondo conflitto mondiale, un altro passaggio di proprietà: l’Aston Martin è acquistata dall’imprenditore David Brown – da qui la sigla DB che ancora oggi è accostata a ogni modello – che la fonde con la Lagonda. Inizia un periodo di grandi successi sportivi e il marchio, anche grazie ai film dedicati all’agente segreto 007,interpretato dall’attore Sean Connery, nei quali appare la famosa DB5, diventa celebre in tutto il mondo. Nel 1972 è però ceduto e nel 1968 diventa dell’americana Ford. La quale nel 2007 la vende alla cordata di soci composta dalla Investment Dar, dal fondo Adeem, dall’uomo d’affari Frederic Dor e da David Richards, titolare dalla scuderia inglese Prodrive.