Maserati Bora, la storia sconosciuta di un fracasso commerciale valutato oggi 100.000€ a distanza di 50 anni
Questi storia parte negli anni ’70 quando Maserati non sta attraversando tempi migliori, ma i suoi modelli di produzione erano attraenti, ma il mercato stava cambiando ed economicamente era difficile per il marchio combattere contro i suoi vicini, parliamo del primo modello di serie con motore posteriore centrale: la Maserati Bora.
Mentre Maserati era sotto il controllo del marchio francese Citroen aveva preso il controllo, attraverso una joint venture, di Maserati. Una delle prime conseguenze fu l’arrivo della Citroen SM, con motore Maserati V6, lanciata nel 1970.
Dietro le quinte, era iniziato un progetto per riposizionare il marchio del tridente ai vertici delle auto sportive. Internamente venne chiamato Tipo 117, ma il suo nome commerciale sarà quello di un vento dell’Adriatico: Bora.
Lamborghini aveva appena lanciato la sua Miura. De Tomaso aveva la Mangusta. E presto la Ferrari presentò la Dino, il primo modello di serie con motore posteriore centrale. Questo era il germe delle supercar e Maserati decise di entrare in gioco con forza. A tal fine, incaricò Giorgietto Giugiaro, all’interno di Italdesign, di progettare la Bora.
L’auto sorprese per le sue linee moderne e senza tempo, ma anche che puntasse sulla praticità e sull’uso quotidiano, senza perdere neanche un briciolo del carattere da supercar che era richiesto alla Bora: una pedaliera mobile, uno sterzo telescopico ruota per facilitare l’entrata e l’uscita e, soprattutto, un discreto bagagliaio nella parte anteriore dell’auto. E tutto mantenendo un coefficiente aerodinamico di soli 0,30 cfx.
La presentazione
Il progetto venne lanciato al Salone di Ginevra del 1971 con Maserati che presentò la Bora, suscitando l’ammirazione di tutti i partecipanti. Inizialmente aveva due tipi di motore V8: uno da 4,7 litri e 310 CV, e un altro da 4,9 litri con 320 CV, entrambi collegati ad un cambio a cinque marce in posizione trasversale alloggiato in un sottotelaio.
Purtroppo la crisi petrolifera del 1973, e la successiva crisi della Citroen del 1975 che portò alla liquidazione della Maserati e all’acquisizione da parte di De Tomaso nell’agosto dello stesso anno, resero le cose difficili alla Bora. Resistette però fino al 1978, con una produzione totale di 564 unità, 275 con il motore da 4,9 litri e 289 con il motore da 4,7 litri.
Modello unico
Tuttavia, una derivazione della Bora, la Merak, nasce nel 1972 sfruttando gli spunti progettuali della Bora, come fu opera anche di Giugiaro. Era il fratello minore, con un motore V6 da 3,0 litri. Tuttavia, essendo un 2+2 molto utilizzabile, ed essendo meno costoso, la sua produzione continuò fino al 1983.
Parliamo di un’auto esclusiva, che oggi nel mercato dell’usato non scende sotto i 100.000 euro per un esemplare in buone condizioni, e che ha raggiunto i 210.000 euro per un’unità da 4,9 litri in perfette condizioni.