Maserati Shamal: la supercar che salvò il Tridente dalla bancarotta | A 6.000 giri era “puro terrore”
La casa del Tridente realizza negli anni 90 una supercar che rappresenta non solo una salvezza per le sue sorti, ma pure potenza alla guida.
Siamo agli inizi degli anni 90, con precisione nel 1990, a otto anni dalla presentazione della Maserati Biturbo, quando la casa automobilistica del Tridente mette mano a un progetto di revisione radicale della capostipite rivelando al mondo dell’auto la Maserati Shamal.
La supercar porta il nome di un vento, scelta ricorrente per Maserati, “shamal” è appunto un vento caldo che soffiava sull’Antica Mesopotamia, stando all’etimologia. La Maserati Shamal, veicolo di punta in quegli anni, venne realizzata in una tiratura di soli 369 esemplari, prodotti dalla fine del 1990 al 1996, che coincide anche con l’ultimo anno in cui venne commercializzata.
Realizzata principalmente nei colori Rosso, Nero e Blu, solo alcuni esemplari molto rari, sembra essere stata una salvezza per la casa automobilistica del Tridente. Questo modello è fondamentale nella storia della casa automobilistica di Modena.
Il debutto della Maserati Shamal perché corrisponde all’entrata di Fiat nel capitale Maserati, con una quota del 49%. Maserati era allora in parte proprietà del gruppo Innocenti-Maserati e le vendite e il fatturato non erano dei migliori, parliamo al 1989 di una vendita di 14.000 auto ogni anno.
Maserati Shamal, la supercar erede della Biturbo
Il designer del progetto della Maserati Shamal, Marcello Gandini, deve tener conto di alcuni aspetti che riprende dalla Maserati Biturbo Spyder, quali porte e parabrezza. Mentre di derivazione della Biturbo la coda, certo modificata. Nuovi sono invece i fari della Shamal, poliellissoidali al fianco della calandra classica del Tridente, gli antinebbia alle estremità, due prese d’aria vistose sul cofano, parafanghi più larghi per ospitare pneumatici all’altezza di prestazioni più elevate.
Gli interni erano all’altezza del design dell’esterno, erano quelli top di gamma delle serie precedenti, con elementi in nero brunito al posto della radica. La plancia che accoglieva tutte le strumentazioni, sedili rivestiti in pelle, riscaldabili e regolabili, comandi del climatizzatore sulla consolle centrale, torcia estraibile, presa di ricarica.
Una potenza incontenibile, a 6.000 giri “puro terrore”
Costruita nello stabilimento Maserati di Modena, proprio come la Biturbo, veniva ultimata nell’assemblaggio a Milano. La Maserati Shamal era capace di una velocità massima di 270 km/h, un’accelerazione da 0-100 km/h in 5,3 secondi. La Maserati Shamal era dotata di un motore V8 da 3,2 litri 24 v Biturbo 322 cv, che per la prima volta era custodito appunto da una Biturbo.
Le caratteristiche del motore erano un basamento e testa in alluminio, quattro valvole per cilindro, due turbocompressori e due alberi a camme per bancata. Dotato di cambio manuale a sei marce Getrag, sospensioni Koni, differenziale posteriore autobloccante Ranger. L’assenza di controlli dinamici di guida e la rigidità del telaio, uniti alla potenza del motore, quando va in alto con i giri, è incontenibile, a 6.000 è “puro terrore”.