Opel Omega serie 2, quando le berline tedesche erano davvero cattivelle | Oggi te le sogni auto così
Una berlina tedesca”popolare”, una di quelle che oggi non si trovano più, che nulla aveva da invidiare alle concorrenti premium del suo segmento.
In un settore in cui dominavano incontrastate le ammiraglie e le berline di marchi automobilistici premium come BMW, Audi e Mercedes, debutta nel 1986, sotto il nome della casa automobilistica tedesca Opel, un modello che non aveva nulla da invidiare alle concorrenti ma che sosteneva di essere, e lo era, più “popolare”.
Stiamo parlando di una berlina alquanto iconica nel panorama delle tedesche che hanno qualcosa da raccontare, della Opel Omega. Questo fortunato modello è segno di una sorta di volontà di rinnovamento in casa Opel, che sarà ancora più tangibile con il debutto della seconda serie.
Ebbene, a quanto avrete capito Opel Omega prima serie viene lanciata alla fine degli Anni 80 e dopo qualche anno, a ridosso del 1994, nei primi mesi dell’anni, entra in produzione la seconda generazione che fa il suo debutto al Salone di Ginevra, con delle notevoli differenze sia a bordo ma anche dal punto di vista tecnico, rispetto alla prima generazione.
Infatti sembra che Opel avesse puntato più in alto, proprio per rispondere anche alla concorrenza molto aggressiva e forte, su argomenti quali innovazione, qualità, prestazioni e sicurezza, oltre che su un maggiore comfort interno per chi si metteva al volante della Opel Omega seconda serie.
Opel Omega seconda serie: la tedesca “popolare” a cui non mancava nulla
Differenze rispetto alla prima serie, a partire dalle dimensioni, perché la Opel Omega serie 2 era più lunga, più larga e più alta. Conseguiva un maggior spazio a bordo per i passeggeri, per non parlare della versione station wagon che raggiungeva capacità di carico ancora più impressionanti.
Degna di nota anche qualche particolarità a bordo. Oltre che un equipaggiamento veramente innovativo e tecnologico per quei tempi e all’altezza della concorrenza, fa strano la curiosa posizione del navigatore satellitare incastonato vicino al quadro strumenti, nella zona a sinistra.
Una degna avversaria per le sue concorrenti premium
Non mancavano, come abbiamo detto, seri accorgimenti per la sicurezza, tra questi gli airbag lato guida e lato passeggeri, barre d’acciaio anti-sfondamento, imbottiture ad assorbimento nelle portiere e pretensionatori delle cinture di sicurezza anteriori con arrotolatori ben celati. Per quanto riguarda le motorizzazioni, Opel aveva scelto per la sua seconda generazione di Omega, di indirizzarsi verso risparmio sui consumi e riduzione delle emissioni, già allora.
Lo fa, dotando le sue vetture di motori a benzina ECOTEC da 4 e da 6 cilindri 4 valvole che erogavano da 136 a 210 cv: non solo rispettavano già le normative comunitarie previste sulle emissioni ma accontentavano anche il conducente con un significativo risparmio di carburante che sfiorava il 12%. Non mancava all’appello neppure un motore turbodiesel 6 cilindri da 130 cv.