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Pikes Peak: Loeb è nella storia

Il momento in cui Sebastian Loeb taglia il traguardo della Pikes Peak 2013
Il momento in cui Sebastian Loeb taglia il traguardo della Pikes Peak 2013

1’500 metri di dislivello in 20 chilometri, 156 curve, 140 chilometri orari di media. Sono questi i numeri della Pikes Peak International Hill Climb, cronoscalata leggendaria il cui circuito si snoda lungo le pendici del Pikes Peak, montagna situata nello Stato del Colorado (USA). L’attesa creata attorno alla Peugeot 208 T16 e a Sebastian Loeb non è stata vana. Il francese ha letteralmente disintegrato il vecchio record (9’46″146), appartenente a Rhys Millen, chiudendo la salita in 8’13″878, alla velocità media di 87,871 miglia orarie (145 km/h). I tempi dei quattro intermedi del francese, sono stati:
T1: 1’28″448;
T2: 1’59″765;
T3: 2’23″261;
T4: 2’22″404.
Millen, con la sua Hyundai Genesis, ha chiuso in 9’02″192. Ma il dato più strabiliante, è il tempo ottenuto dai computer dei tecnici Peugeot durante le simulazioni della corsa. Secondo i software di simulazione, infatti, la T16 avrebbe potuto affrontare il percorso con il tempo di 8’15”. Ciò vuol dire che Loeb sapeva che non sarebbe potuto scendere al di sotto di quella soglia. Ma i tecnici della Casa francese, durante la programmazione della simulazione, non avevano inserito nelle variaibili di calcolo la voce “pilota leggendario” e Loeb è stato in grado di andare anche oltre la matematica e la fisica, facendo un tempo migliore della simulazione.
«Per me era la gara dell’anno. All’inizio c’era un po’ di pressione perché sapevo c’era tanto lavoro e investimenti da parte di Peugeot e tutti i partner. Quando ero alla partenza in attesa del via, vedevo le nuvole chiudersi sulla vetta, se non fossimo partiti presto, sarebbe stato davvero difficile. Davvero, non mi aspettavo niente di più di 8’15″, fare 8’13″ è stato fantastico. Prima del via non sapevo se avrei dovuto spingere al massimo o solo a un ritmo elevato per agguantare la vittoria. Alla fine ho deciso di andare al limite», sono state queste le parole dell’alsaziano appena sceso dalla sua T16. Ancora una volta, Sebastian Loeb è stato in grado di riscrivere la storia.