Quando si parla di una vettura così iconica come la Renault Clio V6 non si può non citare ciò che vi sta dietro, e no, non parliamo del mitico V6 che dà il nome alla vettura, quanto alla sua storia.
Era il marzo del 2001, quanto Renault presentava al mondo la Renault Clio V6: uno dei tanti progetti folli della casa francese, basti vedere il lavoro fatto con il Renault Espace F1.
La Renault Clio V6 fu essenzialmente un esperimento tecnico, neanche troppo riuscito in prima istanza, ma bastò qualche miglioria e la scorbutica V6 per farla diventare un’autentica instant classic tutta da guidare e tenere in garage.
Stiamo parlando di un’icona dell’automobilismo europeo, che ha fatto innamorare più di una generazione di appassionati. Ora sono stati comunicati nuovi retroscena sulla sua genesi, perché oltre a richiamare il passato, e a presentarsi come erede della mitica Renault 5 turbo, ecco che a più di vent’anni dalla esibizione della concept, si scoprono nuovi dettagli sulle radici del progetto.
A dirlo è stato Axel Bruen, ideatore e papà della Clio V6, che attualmente ricopre ancora il ruolo di designer in Renault.
La Clio V6 rappresenta una delle vetture più piccole, veloci e agili di sempre. Ma prima di lei, c’era qualcosa di più piccolo, parliamo di una super Twingo, con meccanica e telaio della Ferrari 308. La scelta venne fatta per via del passo tra le ruote che era quasi equivalente tre le due auto, la differenza era appena di 5 millimetri. Questa ‘chimera’, per fortuna o per sfortuna, non prese mai forma, anche a causa del budget limitato del designer.
Sappiamo bene che però al cuor non si comanda e allora scatta l’idea di creare una mini supercar, con un amore incondizionato di Axel Bruen per la Twingo, poichè si pensava che all’interno dell’utilitaria pulsasse un motore derivato con la tecnologia di metà Anni ’60 della Renault 4.
In prima istanza Axel cercò di restituire la giusta audacia della Twingo montando il 3 cilindri turbo a 12 valvole della Daihatsu Charade GTT, che venne però abbandonata per problemi di elettronica. Ma invece di ridimensionare l’idea l’allora designer di Renault pensò di cercare un’auto simile alla Twingo, che al tempo stesso potesse trovare l’accoppiamento di interassi con la Ferrari 308.
A portare alla creazione della Renault Clio V6 furono delle bozze fatte precedentemente da Quemont. Bisogna ammettere che venne usato il motore da 3 litri L7x della Laguna e non il mitico V8 di Maranello, ma alla fine il risultato c’era: 230 CV che facevano scattare la Renault Clio V6 da 0-100 km/h in meno di sei secondi e superava i 235 km/h di velocità massima.