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Rosberg a Montecarlo conduce la doppietta Mercedes

Rosberg ha vinto il GP di Montecarlo davanti al compagno di squadra Lewis Hamilton
Rosberg ha vinto il GP di Montecarlo davanti al compagno di squadra Lewis Hamilton

Rosberg vince a Montecarlo e si piazza di nuovo davanti ad Hamilton nella corsa al mondiale. I due piloti della Mercedes hanno tirato come matti, mettendo in piedi una battaglia basata sulla pressione psicologica dei distacchi e del ritmo. Quello fra le frecce d’argento è stata una partita giocata con tutti i mezzi: talento, velocità, furbizia e tattica. Per stare davanti Rosberg è stato costretto a tenere un passo molto elevato tanto da consumare più dell’inglese. E allora il muretto lo ha consigliato a ridurre il passo per rientrare nella finestra. Ha eseguito il compito alla perfezione. Anzi ha cercato di intimidire Lewis alla ripartenza della seconda safety car, quando ha frenato violentemente e ha costretto il britannico a finire sui murble all’esterno, sporcando le gomme. Hamilton si è staccato dal compagno di squadra solo al sessantacinquesimo giro, quando, a suo dire, qualcosa è entrata nel suo occhio sinistro, impedendogli di avere una visuale perfetta. Hamilton, a fine gara, si è lamentato con la squadra per non avergli permesso di fare il pitstop quando lo aveva richiesto proprio l’inglese, ma il team non si è voluto prestare a giochi di strategia che avrebbero potuto favore uno dei due piloti, quindi ha messo in atto la solita tattica, che favorisce il pilota che è davanti.
Nella contesa ha provato a inserirsi anche Daniel Ricciardo: l’australiano con la Red Bull Racing ci ha provato a infastidire Hamilton, ma l’inglese non gli ha offerto alcuna occasione per passare per cui il secondo podio è meritatissimo. Daniel ha sbagliato la partenza (era quinto al primo giro), ma poi ha fatto una gara perfetta, raccogliendo il massimo che la RB10 poteva concedergli. Se le cose vanno bene a Ricciardo, non si può dire altrettanto per Sebastian Vettel: il tedesco si è fermato per un problema alla gestione elettronica del turbo. Ma Vettel non è stato l’unico a soffrire i problemi della power unit Renault: soltanto tre vetture motorizzate Renault hanno terminato la gara.
Ma parliamo adesso delle Ferrari: Kimi Raikkonen ha fatto una partenza perfetta che lo aveva portato al quarto posto e con il ritiro di Vettel sembrava in grado di cogliere finalmente il primo podio dopo il suo ritorno alla Ferrari, ma “Iceman” ha dovuto fare i conti con Max Chilton che lo ha tamponato in regime di safety car, quando l’inglese avrebbe dovuto sdoppiarsi! Non si sono viste le immagini, ma i commissari non hanno deciso di sanzionarlo, per cui restano dei dubbi sull’episodio. Raikkonen non si è disunito ed era rientrato in zona punti, fintanto che non ha tentato un attacco al Loews su Magnussen per il settimo posto e ha toccato la barriera, rompendo l’ala: ha concluso 12esimo. Troppo poco per la sua prestazione: gli resta il giro più veloce della corsa ottenuto con le Supersoft nuove montate nella sosta per sostituire l’ala. Il finlandese quest’oggi è stato autore di una gara di grande sostanza e, senza quei due colpi di sfortuna, sarebbe potuto arrivare sul podio. Fernando Alonso, invece, è arrivato ai piedi del podio ma non ha mai dato la sensazione di disputare una corsa straordinaria: lo spagnolo ha portato a casa punti importanti, ma non è stato in grado di insidiare la Red Bull a riprova dei limiti della F14-T.
Ottima anche la gara di Hulkenberg che, con una gara portata avanti ad un ritmo costante, è riuscito ad arrivare fino alla quinta posizione, seguito da Button, autore anche lui di una gara tanto anonima quanto consistente.
La top ten si è chiusa con Kevin Magnussen con la seconda McLaren: la squadra di Woking cerca di reagire alle difficoltà di una MP4-29 poco competitiva. Fra gli allarmi per i motori Mercedes si segnala la rottura del V6 Turbo di Valtteri Bottas con la Williams.
Guardando i risultati del campionato fino ad ora, possiamo dire che la Ferrari ha realizzato la power unit più robusta, anche se forse è meno performante di altre.