Ssangyong cambia nome, l’azienda sudcoreana decide per un rebrandizzazione | Perché lo ha fatto
Avete presente negli anni 2000 quel marchio alato con produceva SUV all’apparenza futuristici che giravano ovunque nelle nostre strade? Quello che tutti conoscevano per la Rexton, ma non con il nome. Ecco SSangyong, un nome pronunciato in maniera difficile che non piacque molti, tanto da uscire, nel giro di un decennio, dal mercato globale.
Anche la più venduta dopo la Rexton, ovvero la Tivoli fece la stessa fine, nonostante offrisse molto più che un semplice SUV di segmento C ad un prezzo concorrenziale.
Ma tornado al nome, dobbiamo ammettere che dal punto di vista fonetico, il nome Ssangyong non è stato esente da alcuni problemi in un buon numero di mercati in cui operava questo produttore, vuoi la difficoltà di pronuncia, vuoi per la difficoltà a memorizzarlo. Questo non è stato il caso nel nostro Paese dove Astara, l’importatore ufficiale precedentemente noto come Bergé, è riuscito a gestire molto bene la situazione, dando in qualche modo priorità al modello più che al marchio stesso.
Adesso il cambio di proprietà, che ha rilevato il 59% delle azioni, è stato un buon pretesto per lasciare il posto ad un nuovo nome: pertanto addio Ssangyong e benvenuto KGM. Da ora sarà molto più facile da identificare nei 126 Paesi in cui è presente attraverso 1.500 concessionari, invece il logo rimarrà identico.
In prima linea troviamo il potente gruppo sudcoreano KG, che alle sue molteplici fonti di business farmacia, acciaio , carburanti, energie rinnovabili, finanza, ospitalità, aggiunge questa divisione automobilistica (denominata KG Mobility) che sicuramente aumenterà i 13,8 miliardi di euro fattura attualmente.
I numeri
Come non potrebbe essere altrimenti, l’arrivo della nuova proprietà ha il chiaro obiettivo di rafforzare il nuovo marchio e raggiungere le 320.000 unità vendute nel 2027.
Per fare ciò, aumenteranno il portafoglio di modelli con lanci che includeranno tutti i tipi di tecnologie e sviluppi recenti che li aiuteranno a raggiungere questi obiettivi.
La crescita
Per quanto riguarda il mercato italiano, Carlos Olaso, direttore generale di KGM, ha sottolineato il cambio di nome “come l’inizio di una nuova fase piena di opportunità”. “Continueremo ad offrire prodotti della massima qualità a prezzi competitivi e sempre con l’aiuto della nostra fedele rete di rivenditori.”
Nel periodo gennaio-giugno, l’importatore di questo marchio è riuscito a consegnare 3.433 unità, il che si traduce in una crescita del 147% rispetto allo stesso intervallo del 2023. In questa direzione, le sue previsioni per l’intero anno sono di raggiungere le 6.000 unità. vendite , una cifra non trascurabile che si prevede di aumentare nei prossimi anni.