Torna alla ribalta il tema dei paraurti a sgancio, che hanno mietuto diverse vittime nell’ultimo round del Campionato europeo karting riservato alle categorie a marce, tra cui Rick Dreezen e Flavio Camponeschi che si sono visti privare del podio nella KZ1.
La nuova regola, che avrebbe dovuto introdurre dei sistemi di sgancio più “resistenti”, in realtà pare muoversi nella stessa direzione in cui andavano i loro predecessori. A testimonianza di questo fatto cisono state le numerose penalizzazioni (ben 8) nella finale KZ2.
Che il distacco del musetto possa essere un indice della durezza della manovra di sorpasso non ci dovrebbero essere dubbi, ma il dubbio se il nuovo sistema di sgancio abbia risolto il problema delle cadute accidentali rimane, a giudicare dall’elevato numero di penalizzazioni piovute nell’ambito di gare in cui si fronteggiano i piloti più esperti del karting mondiale.
Le prossime gare aiuteranno, forse, a capire se i nuovi sistemi di sgancio siano idonei allo scopo per il quale erano stati pensati o se, invece, stiano rivelando nuovamente tutte le criticità che avevano portato la Commissione Internazionale Karting al blocco momentaneo di questo particolare.
Ma che il gudizio sui contatti di gara in questa stagione costituisca una materia quanto mai spinosa lo conferma la notizia giunta oggi secondo cui KushMaini ha vinto il ricorso presentato innanzi al Tribunale nazionale portoghese contro la decisione dei commissari, che lo avevano squalificato dalla finale del primo round dell’Europeo KF Junior di Portimao togliendogli il podio dopo aver causato con una manovra giudicata eccessivamente pericolosa il brutto incidente di David Vidales. Una decisione che certamente non farà a meno di suscitare dibattiti e polemiche.