WSK Super Master Series round 2: pagelle
Concluso il secondo round della WSK Super Master Series a Castelletto di Branduzzo è il momento di proporre alcune pagelle, divise per categoria, per alcune delle prestazioni più significative dela giornata di ieri.
60 Mini
Dennis Hauger: 10 e lode Il giovane danese corre già come un veterano, sbarazzandosi dell’insidia rappresentata da Luca Giardelli al termine delle batterie di qualifica per poi dominare prefinale e finale.
Leonardo Papalia: 9 E’ lui la vera rivelazione del round di Castelletto: sorprende già in qualifica con un ottimo 6. tempo, poi nelle batterie e nelle finali si esalta, arrivando ai piedi del podio per un secondo scarso.
Leonardo Marseglia: 5 Soffre la concorrenza di Hauger e si vede, non riuscendo a pungere come vorrebbe; in finale mostra le sue difficoltà sulla pista bagnata e viene relegato fuori dalla top ten.
KF
Karol Bas: 10 e lode Il suo weekend di gara è un crescendo rossiniano: ottavo nelle batterie di qualifica, secondo in prefinale (primo della B) e vincitore, anzi quasi dominatore) della finale. Quando vede il paraurti di Nielsen è quasi impossibile da imbrigliare.
Matteo Viganò: 10 e lode Anche a lui lo stesso voto di Basz per come si è riuscito a infilare in questo che è il duello che terrà banco in tutta la stagione della KF, conquistando un secondo posto da incorniciare.
Niklas Nielsen: 8 Sembrava un altro weekend da dominare per il danese, e invece la finale si è trasformata in un incubo che gli ha fatto vanificare tutto quello che aveva costruito nel corso del weekend. E’ comunque salito sul podio e ha conquistato la pole in finale, cose che cmunque gli valgono il giusto riconoscimento.
KF Junior
Clément Novalak: 10 e lode. Ormai i venti di guerra che sembravano soffiare su di lui sembrano essere svaniti. L’inglese porta a termine una bellissima battaglia con Logan Sargeant e si aggiudica la seconda finale consecutiva nella Master Series, vincendo con autorità.
Max Hesse 9: Peccato solo per la penalità che lo ha fatto scivolare di 8 posizioni, ma il tedesco della MAD-CROC compie un vero capolavoro sotto l’acqua, arrivando a ridosso di Ponomarenko dopo aver recuperato ben 11 posizioni.
Christian Lundgaard: 6 Rimontone in finale anche per il danese del team Ward Racing, ma ha dovuto pagare sia in qualifica che in prefinale. Evidentemente l’asfalto bagnato di Castelletto non lo ha aiutato, ma nel confronto con il diretto rivale Sargeant sembra stia cedendo il passo al compagno di telaio Novalak.
KZ2
Marco Ardigò: 10 e lode Da applausi la sua rimonta in finale, con un sorpasso da cineteca nei confronti di Abbasse, a impreziosire un weekend di gara che lo aveva visto soffrire, soprattutto nei confronti del francese del team Sodi Kart. Ma ai campioni basta una manovra per rimettere tutto in sesto e Ardigò non fa eccezione.
Flavio Camponeschi e Luca Corberi: 10 I due italiani completano, con il terzo e quarto posto, il trionfo Tony Kart a Castelletto, con il Vicecampione del mondo KZ1 2014 bravissimo a risalire dalle retrovie e a piazzarsi sul podio, a discapito anche del compagno di squadra. Il quale, alla prima stagione da pilota ufficiale in KZ1, si sta togliendo la ruggine di dosso e anche grazie alla pista bagnata confeziona una gara capolavoro.
Anthony Abbasse: 9 Rientra di diritto tra i protagonisti della classe con il cambio, specie dopo la straordinaria vittoria in prefinale A e dopo aver rovinato la tripletta Tony Kart, con un secondo posto di sostanza. E se non fosse stato per un grande Ardigò, nessuno avrebbe avuto da ridire sulla sua possibile vittoria.
Jordon Lennox-Lamb: 8 Nonostante tutto e nonostante tutti gli avversari con nomi importanti che gli passano davanti, il pilota BirelART, usando la tattica della formica, riesce anche a raccogliere risultati pesanti, come la vittoria nella prefinale B che lo porta a scattare dalla prima fila. In finale, però, contro i 3 verdoni di Robazzi non c’è storia e deve accontentarsi di un comunque ottimo quinto posto.
Paolo De Conto: 5 Spiace assegnare un voto negativo a uno dei candidati numero 1 al titolo mondiale, ma l’illusione del primato delle qualifiche e delle batterie è durato lo spazio di una giornata. Il preoblema della finale poi lo ha tolto dai giochi; forse anche lui è stato vittima dell’acquazzone che si è abbattuto sulla pista domenica.