Zastava, quando dalle fabbriche di Tito usciva il clone yugoslavo della Fiat 600 | La componentistica arrivava direttamente da Torino
Negli anni Cinquanta, mentre l’Europa si lasciava alle spalle le devastazioni del conflitto bellico e usciva dall’economia di guerra, nei paesi rimasti dietro la cortina di ferro, cominciò ad essere necessario un veicolo popolare in grado di migliorare la vita di quei fortunati cittadini che potevano averne uno.
Nel caso dell’ex Jugoslavia, è accaduto che “Tito” si allontanò progressivamente dalla linea dura del Cremlino per plasmare un “socialismo indipendente” molto più aperto all’Occidente e che gli permettesse di rivolgersi ai mercati capitalisti senza troppi problemi di “coscienza ideologica” rispetto ad altri regimi più chiusi.
Il produttore scelto dal governo jugoslavo per la commercializzazione era la Fiat e il modello specifico, la sua famosissima 600. Infatti la 600 venne costruita, oltre che in Italia e Spagna, anche in Argentina, Germania (con la sigla NSU) e Cile. La Jugoslavia si unì a questa lista nel 1960.
Nello stesso anno anche l’Unione Sovietica costruì i suoi ZAZ 600 “Zaporozhets”, ma a differenza dei casi precedenti e come era comune in URSS a quel tempo, il metodo rapido di passare lungo il muro industriale del Cremlino leggi sulla proprietà e copia di una FIAT 600 originale.
In ogni caso, tornando in Jugoslavia, i primi 600 arrivarono nel Paese nel 1955, anche se all’epoca veniva assemblata solo nello stabilimento Zastava di Kragujevac, oggi Serbia, dove i pezzi arrivavano direttamente da Torino.
Il nome Yugo
Il governo scelse la Zastava perché fino alla seconda guerra mondiale aveva prodotto su licenza per l’esercito jugoslavo camion Ford, nonché la versione locale del Mauser, e aveva un lavoro di buona qualità.
Nel 1980 il marchio cambiò nome commerciale nel più noto Yugo e nel 1999, quando la NATO intervenne nella guerra dei Balcani, la fabbrica fu bombardata per errore, sapendo che lì venivano costruiti anche veicoli militari per Milosevic.
Le modifiche
La prima Zastava del 1960 era esattamente uguale ad una Fiat 600 D con motore da 633 cc poiché, come abbiamo detto, fino a quel momento le auto arrivavano smontate in Jugoslavia e lì venivano solo assemblate. Ma nel 1962 la fabbrica di Kragujevac disponeva già degli strumenti necessari per iniziare a produrre l’intera vettura e la prima cosa che fece fu aumentare la cilindrata del motore a 795 cc e lanciare il modello “Zastava 750”. Questa era ancora essenzialmente e formalmente una 600 D anche se era dotata di doppia pompa freno dato l’aumento di potenza ed era priva del foro anteriore per il clacson.
Un anno dopo appare la Zastava 750S con finiture migliori, un nuovo contachilometri e un cruscotto e volanti ereditati dalla Fiat 126. Entrambi i modelli rimasero praticamente immutati per due decenni.