Al Giappone non piace l’elettrico: ha grandi progetti per il futuro ma la batteria non rientra tra questi
Quante volte sentiamo che l’elettrico è il futuro e che dobbiamo pensare alla transizione ecologica prima dell’addio ai motori termici nel 2030. Questa volta però in Giappone, mondo a sé, le cose sono tutte diverse e non solo per le idee o per essere dall’altra parte del mondo.
Nell’isola nipponica spopolano le kei-car, piccole vetture che per noi sembrano lillipuziane e inutilizzabili, fanno parte della cultura locale. Il Giappone è una delle grandi patrie dell’auto, ma è l’unica che non sta accogliendo le auto elettriche, a differenza invece di quanto stanno facendo Cina e Stati Uniti, e, seppur a fatica, anche l’Europa, e il motivo è preso detto: a loro non interessa.
Autocar, autorevole quotidiano britannico, ha analizzato il problema e Mark Tisshaw ha scoperto che: “Il Giappone si chiede perché dovrebbe passare all’elettrico solo perché il resto del mondo lo è, date le circostanze energetiche molto diverse in cui si trova. Vuole semplicemente usare meno carburante, indipendentemente da dove provenga”.
Questo accade perchè in Giappone sono sempre stati estremamente attenti al risparmio energetico, ed a questo si deve la grande diffusione degli ibridi, al momento il tipo di alimentazione che va per la maggiore in patria ma anche in UE.
Le vetture che hanno non utilizzano significativamente più materie prime ne tanto meno sono dispendiose in termini energetici. “In Giappone, la maggior parte dell’energia che viene importata”, afferma Jeff Guyton, direttore finanziario di Mazda, dicendo che “L’idrogeno e gli ibridi utilizzano meno energia.”
Idee diverse
“In Giappone hanno un’idea diversa su cosa significhi un veicolo a zero emissioni di carbonio. Non deve essere per forza un veicolo elettrico, basta che abbia basse emissioni sia in linea con gli obiettivi ambientali. Tutto ciò è molto pragmatico”.
Nonostante di fatto il Giappone sia stata la patria dell’auto elettrica, i giapponesi hanno accolto gli EV in maniera un po’ scettica, puntando ad automobili più efficienti come le ibride o le kei-car.
Le plug-in
“I produttori di automobili giapponesi sono stati indietro nella transizione verso i veicoli elettrici, il che non è da loro – spiega Sam Fiorani di AutoForecast Solutions – tradizionalmente, Toyota, Honda e Nissan sono all’avanguardia in nuovi settori come le utilitarie, i piccoli camion, i SUV e gli ibridi. Credendo che gli ibridi, compresi gli ibridi plug-in, avrebbero contribuito in gran parte alla riduzione delle emissioni, hanno ritardato gli investimenti necessari per sviluppare i moderni veicoli elettrici”.
Secondo Jung Nagata, responsabile globale delle comunicazioni di Toyota, i BEV sono un “pezzo mancante cruciale” ma in ogni caso, tenendo conto che il mercato di Toyota è globale, ci sarà sempre un approccio “multi-percorso” nei confronti delle auto.