Auto aziendali, arriva la riforma: adesso le tasse diventano da capogiro, ecco quanto si dovrà pagare
Novità in arrivo sulla tassazione delle auto aziendali introdotte nella Legge di Bilancio che saranno penalizzate
Ebbene, stando alle prime il Governo penalizza fortemente le auto aziendali a benzina e diesel al fine di agevolare le auto elettriche e plug-in hybrid. Questo però potrebbe non essere del tutto devastante perchè potrebbe darsi che le cose cambino in Senato.
Tutte le auto aziendali che vengono utilizzate in uso promiscuo ai dipendenti, sono una forma di remunerazione ‘in natura’ complementare alla retribuzione principale, per questo fruttano benefit a chi le riceve e all’azienda.
Attualmente la tassazione si basa esclusivamente sulle emissioni di CO2 e prevede quattro fasce di emissioni, da moltiplicare per una percorrenza standard di 15 mila km all’anno, la stessa per tutti i contribuenti.
Dal 1 gennaio 2025 arriverà il taglio di 3,5 miliardi di sussidi ambientalmente dannosi da realizzare entro il 2030 come previsto dal PNRR che interesserà tutte le auto aziendali concesse in uso promiscuo ai dipendenti. Una modifica che aumenta la tassazione Irpef e contributiva in busta paga al lavoratore e per l’azienda se la vettura è benzina o diesel.
La tassa da capogiro delle aziendali
Detto in soldoni cambierà lo schema della tassazione che non sarà più basato sulle emissioni di CO2 ma solo ed esclusivamente sulla tipologia di alimentazione, con evidenti vantaggi per BEV e PHEV e svantaggi per tutte le altre con incrementi che arriveranno fino al 50%.
La differenza è evidente: le auto elettriche e plug-in hybrid passano da una tassazione del 25% a una, rispettivamente, del 10% e del 20%. Le vetture con emissioni di CO2 da 61 g/km a 160 g/km, passano dal 30% al 50%, peggiorando notevolmente, anche se per le vetture più inquinanti il risparmio potrebbe essere una possibilità.
Gli esempi della tassazione
Prendendo ad esempio una Fiat 500X 1.3 Multijet da 95 CV che emette 121 g/km di CO2, occorre moltiplicare la cifra unitaria chilometrica corrispondente delle Tabelle ACI per la percorrenza media convenzionale di 15.000 km, ed estrapolare dall’importo ottenuto la percentuale del 30% applicata ai veicoli con emissioni da 61 a 160 g/km, che equivale a 2.053,35. Dividendo questa cifra per 12, arrivano a circa 170 euro l’anno.
Invece dal 2025, se la modifica sarà approvata nella prossima Legge di Bilancio, dall’importo ottenuto moltiplicando la cifra unitaria chilometrica per la percorrenza media convenzionale, ossia 6.844,5, andrà estrapolato non più il 30% ma il 50%, che equivale a 3.422,00 euro. Pertanto, la cifra fina sarà di 285,16 euro l’anno.