Auto con targa estera: la nuova legge ammette un trucchetto anti-bollo | Così non lo paghi più
I veicoli con targa straniera possono circolare sulle strade italiane, con alcuni obblighi, e per alcuni potrebbe anche essere una soluzione alle tasse.
La targa di un auto rappresenta un elemento davvero fondamentale al fine dell’identificazione e del riconoscimento della stessa. potremmo definirla, come spesso si fa, una vera e propria carta d’identità che racconta tutta la vita e il percorso del veicolo specie durante un controllo da parte delle Forze dell’Ordine.
Ecco perché deve essere chiaramente visibile, mai occultata. Intorno alla questione targa si aprono diversi argomenti correlati quali per esempio quelli relativi all’immatricolazione di un veicolo oppure quelli della circolazione di auto riportanti targhe estere sulle strade del nostro Paese.
Ma quali sono le regole imposte dalla legge per la circolazione dei auto che possiedono targa straniera che circolano in Italia? Esiste una normativa chiara che è stata anche emanata e regolamentata dalla politica comunitaria europea attraverso una legge delega.
Può circolare, secondo la legge, su suolo nazionale un veicolo immatricolato all’estero quindi con targa straniera se il conducente dello stesso risulta risiedere in Italia da almeno 60 giorni con un obbligo successivo da mantenere, cioè immatricolare lo stesso veicolo nel nostro Paese entro tre mesi.
Targhe auto: la norma per le immatricolate all’estero
Ma questo obbligo dell’immatricolazione si applica solo nei casi in cui il conducente coincide con il proprietario del veicolo, cioè se sono la stessa persona. Il conducente infatti sarà quello a cui verranno notificate eventuali multe. Ma intorno alla normativa si forma qualche quesito, qualche dubbio.
Perché è una legge che in qualche modo lascia aperto lo spiraglio di evitarsi qualche spesa anche molto ingente. Pensiamo alla tassa del superbollo per esempio. Questo viene alla mente perché sembra che se il veicolo viene concesso in comodato d’uso gratuito al conducente da parte di un eventuale e probabile proprietario.
Un modo per evitare alcune tasse?
Sembrerebbe anche solo attraverso un documento scritto, una lettera firmata dal proprietario, questi possa circolare liberamente sulle strade della nazione. Dopo 30 giorni di utilizzo del veicolo, la legge prevede l’iscrizione al Registro veicoli immatricolati all’estero al PRA senza più limiti di tempo nell’uso. L’auto in questione non è soggetta al pagamento del bollo auto, all’imposta provinciale di trascrizione e nemmeno al superbollo in caso di veicoli di eccessiva potenza.
Questo potrebbe essere di certo un vantaggio fiscale per un conducente residente in Italia che guida un veicolo immatricolato all’estero con targa straniera. E l’assicurazione? Di prassi quest’ultima è dovuta e pagata nel Paese in cui viene immatricolato il veicolo con chiaro vantaggio anche in questo caso nei costi.