Auto elettrica: aumentano le colonnine ma crescono prezzi e caos | Automobilisti spiazzati, “era meglio prima”
Quante volte era bello non avere nessun problema per la ricerca delle auto elettriche, si andava alla colonnina e tutto era a posto, senza troppi operatori.
Oggi, invece, non è più così, è accaduto un po’ come nel nuovo mercato libero o con i cellulari: siamo sommersi di operatori diversi e che non conosciamo. Se una volta avevamo solo Enel X e Be Charge con i quali si ricaricava in Italia e Europa senza problemi. Risulta evidente che il mercato delle ricariche pubbliche sia in subbuglio e ora cerchi un equilibrio.
Per ora però tutto è in movimento e vediamo come EnelX mantiene i roaming in Italia ma aumenta sensibilmente le tariffe esce dall’Europa. Be Charge tiene ferme le tariffe ma declassa Ionity. A2A offre ottime tariffe ma niente roaming Ionity ne Neogy. Tesla apre i suoi SuperCharger a tariffe anche decenti, ma lascia completamente scoperte aree intere.
Tutti questi problemi e sono solo 200.000 le auto elettriche nel Paese. Con il crescere dei numeri delle auto in strada cresce anche il mercato, manca allora un aiuto dall’antitrust.
Tutto questo porta ad una confusione molto ampia, alla quale, ultimamente vanno ad aggiungersi anche le case automobilistiche che propongono, su esempio di quanto fatto da Tesla, nuove colonnine di ripara, ecco allora la nascita di Renault, Porsche e Mercedes recharge.
Tutto procede a rilento
Il roaming avanza troppo lentamente, bisogna ammetterlo, ma la direzione è quella di una interoperabilità totale, come prevedono già le direttive europee. Non bisogna mai dimenticare mai che i punti di ricarica erano 15 mila appena due anni fa, e oggi sono oltre 45 mila.
Fino a due anni fa non si trovava una ricarica nemmeno in autostrada e oggi sono oltre 100. Tre anni fa la ricerca fast era da 50 kW e oggi abbiano le HPC a 350 kW, effettivamente qualcosa sembra si stia muovendo, anche se a piccoli passi.
Le nuove richieste del mercato
I costi della ricarica, esattamente come il resto dei marchi, risultano impazziti. Riguardando indietro però c’è la bellezza di un Mega Watt a 20 euro e la materia prima energia che costava poco e niente, le tariffe di ricarica erano una variabile ininfluente nei bilanci degli operatori.
Dopo il problema dovuto alla crisi del gas, però, i gestori hanno capito che sbagliare i calcoli nel fissare una tariffa, può essere un serio problema. Speriamo che prima o poi una piccola schiaritasi all’orizzonte, ma solo quando saranno finite le turbolenze sul mercato dell’energia tutto questo potrà riprendersi.