Auto elettrica, la ricarica wireless fa male alla salute e ha costi proibitivi | Non è l’innovazione che ci si aspettava
Se all’inizio quella della ricarica wireless o a induzione, per veicoli elettrici, sembrava un’innovazione, alcuni problemi potrebbero far cambiare idea.
È passato già un quasi un anno da quella che possiamo definire una vera e propria innovazione, almeno allora così l’abbiamo chiamata. Parliamo del dicembre 2022 quando Stellantis inaugurava un tratto di autostrada a ricarica wireless o ricarica ad induzione per veicoli elettrici.
In sostanza questo tipo di tecnologia permetterebbe di ricaricare una vettura a batteria anche quando è in marcia. Così descritta potrebbe rappresentare davvero la svolta, soprattutto in termini di diffusione e vendite delle auto elettriche, ma come tutte le cose questa novità ha vantaggi ma purtroppo anche svantaggi.
Chi li ha individuati e raccontati alle pagine del Corriere.it è il direttore di E-mob, Gianluca Bertazzoli. Egli è protagonista e ideatore di un podcast “Processo alle auto elettriche” e in occasione di una sua puntata, ha spiegato alla quotidiano web, cosa secondo lui potrebbe non funzionare in un’innovazione così rappresentata. Alla base ha individuato infatti due problemi.
Possiamo solo immaginare già da noi quanto l’installazione e la gestione di una tecnologia del genere, quale la ricarica ad induzione su autostrada o strada possa costare. Infatti Bertazzoli nel descrivere il primo svantaggio parte proprio dai costi. Quanto costa un’infrastruttura del genere?
Ricarica wireless: gli svantaggi di una improbabile innovazione
Secondo le parole di Gianluca Bertazzoli al Corriere.it, costerebbe almeno un milione di euro al chilometro. Inoltre visto il minimo assorbimento di elettricità di un veicolo, questa infrastruttura, affinché il suo funzionamento possa essere davvero reale, dovrebbe coprire l’intera rete autostradale e non sarebbe un investimento da poco. Ma passiamo al secondo svantaggio, all’altro problema derivante da un’innovazione del genere.
Qui si toccano argomenti ancora più incisivi, quali la salute. Secondo Gianluca Bertazzoli “l’altro problema è collegato all’assorbimento di onde elettromagnetiche da parte dei passanti, soprattutto nelle aree urbane densamente popolate”. Quindi bisognerebbe considerare anche questo altro fattore. Una tecnologia così pensata è davvero sicura per l’uomo?
Costi insostenibili e poca sicurezza per la salute
Inoltre esiste ancora un altro tipo di ricarica ad induzione che di solito viene installata anche nei box e nei garage di casa. Come afferma Bertazzoli questo tipo esiste da almeno 10 anni, solo che i costi di installazione, kit di ricarica, emittente al suolo, ricezione dell’auto, sono maggiori almeno di 20 volte quelli dell’installazione della normale presa di corrente. Di conseguenza non si parla proprio di un mercato esistente perché sono costi non sostenibili.
Altro tentativo ugualmente fallimentare quello della ricarica che si basa sul “cambio della batteria” in tempi rapidi. Secondo Bertazzoli anche questa strada non è così praticabile, basandosi sul fatto che in passato è stata una via già tentata ma impossibile per la frammentazione di mercato e la diversità di batterie utilizzate.