Auto storiche: hai aspettato per 20 anni questo momento e ora non la puoi iscrivere | Ne vogliono salvare solo il 20%
Le vetture storiche godono di molti vantaggi ed esenzioni, ma secondo il Codacons la situazione in Italia è tutt’altro che legale. In un nuovo esposto presentato agli enti di competenza, infatti, si sottolinea come la situazione dei veicoli storici generi un circolo di evasioni e inquinamento molto pericoloso.
La proprietà di un veicolo comporta diverse spese, tra cui una delle più significative è il bollo auto. Questa tassa automobilistica, che deve essere pagata annualmente, rappresenta un obbligo fiscale per i proprietari di veicoli.
In Italia, il bollo auto rappresenta una tassa che tutti i proprietari di veicoli vorrebbero evitare di pagare. In effetti esistono diverse esenzioni e riduzioni applicabili a determinate categorie di veicoli e persone.
Le esenzioni regionali possono includere anche veicoli alimentati a GPL, metano o ibridi, con variazioni specifiche per ogni regione. Per esempio, in Emilia Romagna, i veicoli elettrici o alimentati esclusivamente a GPL o metano possono beneficiare di riduzioni o esenzioni.
Anche i veicoli storici iscritti negli appositi registri e quelli ultratrentennali non adibiti a uso professionale sono esenti dal pagamento del bollo. Proprio questa categoria di vetture, però, è al centro di un’indagine che rivela una situazione alquanto diversa da quella che ci aspetteremmo.
L’esposto del Codacons
Il Codacons ha recentemente presentato un esposto che mette in luce una realtà sorprendente nel panorama dei veicoli storici in Italia. Questo esposto è stato consegnato a tutti gli enti e le autorità del settore, dalla Corte dei Conti fino al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, passando per il Garante della concorrenza del mercato.
Secondo l’associazione, infatti, dei 4,3 milioni di veicoli che vengono classificati come storici, non tutti rispettano i criteri necessari per essere riconosciuti come tali. Anzi, si tratterebbe della maggior parte di quelli iscritti ai registri.
La realtà sui veicoli storici
Per essere riconosciuto come veicolo storico, un mezzo deve iscriversi a uno dei registri riconosciuti come l’ASI, lo Storico FMI, l’Italiano Alfa Romeo, e altri.L’indagine di Codacons, però, rivela che solo il 20% delle vetture storiche è effettivamente tale.
Il restante 80%, invece, non rientrebbe nelle condizioni: insomma, basta pagare la quota associativa dei club che gestiscono i registri per far risultare il proprio mezzo come storico ed evitare così di pagare il bollo, oltre a ricevere altre numerose esenzioni e altri vantaggi. Tutto questo, oltre a generare un ciclo di evasione importantissimo, porta in strada veicoli molto inquinanti che non dovrebbero poter circolare in questo modo.