L’argomento autovelox rappresenta da sempre una questione dibattuta e complicata e spesso le sanzioni sono oggetto di ricorsi e annullamenti.
L’argomento autovelox rappresenta un sentiero abbastanza complicato e spinoso da percorrere, soprattutto per gli automobilisti che poi rappresentano gli obiettivi di questi dispositivi di rilevamento della velocità istantanea, lungo le strade le nostro Paese. Si tratta di strumenti di controllo ma anche e soprattutto di prevenzione contro tutti quei casi di incidenti causati dall’alta velocità, specie in alcuni tratti.
Non è nemmeno un caso che il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il vicepremier Matteo Salvini, ha sempre fatto presente l’impegno del Governo, anche per il futuro, di regolamentare in meglio e in maniera molto più trasparente, soprattutto a tutela dei cittadini e degli automobilisti, il sistema degli autovelox a livello nazionale.
Uniformare tutti i dispositivi di rilevamento della velocità secondo standard unici e uguali su tutto il territorio italiano e soprattutto omologarli e renderli efficienti e tarati correttamente. La nuova riforma del Codice della Strada, attraverso l’approvazione in Consiglio dei Ministri, del ddl sicurezza, contiene tra le misure proprio alcune per gli autovelox.
Ma i casi legati a questi dispositivi si susseguono nel nostro Paese. È successo a Treviso, dove un giudice di Pace ha accolto un ricorso proveniente dall’Associazione Nazionale dei Consumatori e delle Micro Imprese di Belluno. In sostanza il provvedimento del giudice ha annullato una sanzione a carico di una società bellunese emessa dal Comune di Riese Pio X.
L’infrazione riguardava un mezzo aziendale di tale società che aveva superato il limite di velocità imposto di 4,20 km/h e per questo aveva ricevuto una multa di 42 euro. L’autovelox che ha rilevato l’infrazione era già stato dichiarato come privo dell’omologazione necessaria perché si trovava anche su una strada priva dei requisiti previsti dalla normativa.
Le condizioni dell’autovelox erano davvero illegittime sia per mancata sicurezza anche durante l’installazione, poi per la mancanza della protezione del guardrail e in assenza anche della “gabbia” che dovrebbe proteggere dal rischio di incidenti elettromagnetici e che nega in qualche modo l’avvicinamento di personale non autorizzato.
Ecco che il nuovo ddl della riforma del Codice della Strada prevede proprio una regolamentazione più certa proprio in questi termini e la soglia di tolleranza che già oggi è in vigore. Come dichiarato dal Ministro Matteo Salvini, saranno poste le condizioni per l’installazione e l’esercizio dei dispositivi di controllo uniformi in tutti i Comuni, con la definizione di regole certe, sanzioni giuste ed efficaci e diritto alla difesa per i cittadini che non possono essere strumenti, ma devono essere protagonisti della sicurezza stradale.