Autovelox, trovata un’alternativa a telecamere e multe ma la legge la vieta | Succede solo in Italia
I principali sistemi di rilevamento della velocità sulle strade italiane, sembrano avere alle spalle già molti anni. Si pensa a nuove alternative.
L’argomento autovelox in queste settimane e in questi giorni in Italia è praticamente sotto i riflettori dei media, soprattutto per via della vicenda di quello che viene definito come il “Fleximan” dei rilevatori di velocità nell’area del Nord Italia e le cui azioni non hanno fatto altro che aumentare di volume un dibattito già esistente.
Un tema alquanto controverso perché affrontato su più livelli. Non possiamo di certo negare l’importanza per la sicurezza di dispositivi di rilevazione e controllo della velocità, specie se pensiamo a tutti quei tragici incidenti che avrebbero potuto essere evitati.
Ma c’è dall’altro lato chi, pur sostenendo il ruolo nobile di queste strumentazioni, magari ritrovandosi a viaggiare in una zona che ne è completamente piena, si domanda se non sia necessario regolamentare meglio la materia, anche in fatto di posizionamento e omologazione, al fine di tutelare anche gli automobilisti.
In Italia autovelox e dossi tradizionali, sembrano essere due dei più diffusi metodi, atti a prevenire e a controllare le infrazioni relative al superamento della velocità rispetto a quelli che sono i limiti imposti dalla legge, con il fine di ridurre il numero degli incidenti e delle morti su strada che sono ancora troppe.
Un’alternativa ai tradizionali sistemi di rilevamento della velocità
Ma se ci fosse la possibilità di sperimentare nuovi e più efficaci modi, metodi, rimedi per raggiungere lo stesso scopo? Potrebbe essere così ma di contro, sembrerebbe esserci un ostacolo che potremmo definire burocratico e legislativo ad aprirsi a queste nuove sperimentazioni.
Esistono infatti dei dispositivi di rallentamento della velocità che potrebbero benissimo diventare un’alternativa, in certi casi a autovelox e dossi, ma sembrerebbe che mancare l‘autorizzazione del Ministero. Le dichiarazioni dell’ingegnere dei trasporti e direttore tecnico di Polinomia, Alfredo Drufuca, al giornale ilfattoquotidiano.it, su questo argomento, fanno un attimo riflettere su quanto effettivamente il sistema italiano di rilevamento velocità sia forse leggermente vetusto.
L’ostacolo della burocrazia allo svecchiamento dei sistemi
Secondo l’idea dell’ingegnere infatti il sistema atto a prevenire infrazioni sulla velocità e quindi incidenti, di cui fanno parte autovelox e dossi, sembrerebbe essere frutto di una normativa stilata almeno 30 se non 40 anni fa e metterebbe il nostro Paese, in questo campo, in una posizione di retrovia rispetto ad altri Paesi in Europa come l’Olanda o la Gran Bretagna.
Ma portiamo un esempio di quella che potrebbe essere una strumentazione alternativa nei dispositivi di rallentamento. L’ingegnere Drufuca parla a ilfattoquotidiano.it di semafori dissuasori o intelligenti, dotati anche di apparecchio fotografico, che rilevando alte velocità, attivano luci gialle o rosse costringendo il conducente a fermarsi. Allo stesso modo i cuscini rallentatori, una specie di dosso quadrato di circa un metro e mezzo, che intercetta almeno due ruote del mezzo.