Bollo auto, in tantissimi non pagano più l’odiata tassa I Hanno scoperto che puoi continuare a circolare e non ti fanno la multa
Nell’ampio panorama delle imposte e dei tributi, esiste un’entità particolare che ricopre un ruolo fondamentale nel settore automobilistico: il bollo auto.
Questa tassa, imposta regionale per eccellenza, è un argomento che spesso suscita dubbi e preoccupazioni nei proprietari di veicoli. Tuttavia, è interessante notare che l’amministrazione di questa impostazione varia a seconda della regione di residenza. Infatti, mentre nella maggior parte delle regioni italiane è l’ufficio tributi della regione stessa ad occuparsi del suo pagamento, sono previste eccezioni che si distinguono per il loro peculiare sistema di gestione: la Regione Friuli Venezia Giulia e la Sardegna. In queste due realtà, sarà direttamente l’Agenzia delle Entrate a gestirne la riscossione.
Ma prima di approfondire le dinamiche relative ai termini di pagamento e tutte le possibili conseguenze per il mancato adempimento dell’imposta, è opportuno comprendere cosa si intende con il termine “bollo auto”. Il bollo auto è un tributo che ogni proprietario di un veicolo deve pagare periodicamente per poter circolare legalmente su strada. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il suo versamento non è direttamente correlato alla circolazione del veicolo, ma rappresenta un obbligo di carattere tributario.
Passando ora alle tempistiche per il pagamento del bollo auto, è importante essere consapevoli delle scadenze imposte dalla normativa. Solitamente, il termine per effettuare il versamento scade ogni anno nel mese di immatricolazione e si hanno ulteriori 30 giorni per effettuare il pagamento senza incorrere in sanzioni. Tuttavia, è fondamentale tenere presente che, in caso di pagamento ritardato, l’importo della sanzione varia a seconda dei giorni di ritardo in cui viene effettuato.
Infatti, coloro che provvedono al versamento entro i primi 14 giorni dopo la scadenza, godranno di un trattamento agevolato, con una sanzione dello 0,1% per ogni giorno di ritardo.
D’altra parte, chi sceglie di procrastinare il pagamento del bollo auto per un periodo di tempo più lungo, rischia di incorrere in maggiorazioni significative. Se il pagamento viene effettuato dopo un anno dalla data di scadenza, l’importo dovuto subisce un’ulteriore sanzione pari al 3,75%. Pertanto, è evidente come la tempistica rivesta un ruolo cruciale per evitare penali eccessive sul bollo auto.
Oltre alle sanzioni sopracitate, esiste un ulteriore scenario che si configura una volta superato l’anno di riferimento per il pagamento del bollo. Trascorso tale periodo, il contributo ha l’opportunità di adottare una procedura di “ravvedimento operoso”. Tuttavia, qualora il pagamento non sia ancora stato effettuato entro la scadenza utile per conto ravvedimento, la sanzione per l’omesso versamento ammonta al 30% dell’importo dovuto, a cui si aggiunge un interesse dello 0,5% per ogni sei mesi di ritardo.
È comprensibile che molti si chiedano se sia possibile circolare liberamente senza aver pagato il bollo auto. La risposta, inaspettatamente, è affermativa. Nonostante l’obbligo tributario rappresentato dal bollo, il possesso del relativo pagamento non costituisce una condizione per la circolazione del veicolo. Pertanto, è importante sottolineare che l’assenza di pagamento del bollo auto non impedisce la circolazione, ma potrebbe comportare conseguenze legali.
Se il pagamento del bollo automatico non viene effettuato, è possibile ricevere un accertamento da parte delle autorità competenti. Il contribuente ha 60 giorni di tempo per provvedere al pagamento o per presentare un ricorso contro l’accertamento ricevuto. Tuttavia, qualora trascorresse tale termine senza aver saldato il debito, l’ente creditore, ovvero la regione di competenza o l’Agenzia delle Entrate (nelle regioni Friuli Venezia Giulia e Sardegna), affida l’incarico all ‘Agente per la Riscossione Esattoriale di recuperare le somme possedute mediante azioni coercitive.
Le modalità di recupero coattivo del bollo auto possono prevedere il pignoramento dei beni del contribuente, come ad esempio il conto corrente o il quinto dello stipendio o della pensione. Inoltre, può essere applicato un fermo amministrativo del veicolo, che impedisce al proprietario di effettuare il trasferimento della proprietà o la trasmissione del veicolo stesso fino al completo adempimento delle obbligazioni finanziarie.