Bollo auto: si va verso l’abolizione delle auto con questa potenza I Addio odiatissima tassa
L’argomento del superbollo è da tempo al centro delle discussioni più roventi tra gli automobilisti italiani.
Questa tassa aggiuntiva applicata alle vetture di potenza superiore a 185 kW è diventata per molti un simbolo di oppressione fiscale. Un argomento tanto controverso e con implicazioni non solo per i proprietari di auto di lusso in Italia, ma anche per le case automobilistiche.
Il superbollo è stato introdotto con l’intento di aumentare il gettito fiscale ed è stato introdotto da governo Monti nel 2011 all’interno del famoso pacchetto “Salva Italia”. Tuttavia, ciò che è emerso è una tassa che colpisce indiscriminatamente coloro che hanno veicoli più potenti, senza tener conto delle loro reali capacità economiche. Questo crea una situazione in cui i proprietari di auto ad alta potenza sono gravati da una tassa per loro considerata sproporzionata, ovvero 20 euro per ogni Kw superiore al limite minimo di 185.
In realtà il calcolo del superbollo varia a seconda “dell’anzianità” dell’auto:
- Tra il 5° e il decimo anno dall’immatricolazione si pagano 12 euro per ogni kW oltre i 185.
- Tra il 11-esimo e il 15-esimo anno il surplus diminuisce a 6 euro per ogni kW eccedente i 185.
- Tra il 16-esimo e il ventesimo anno scende ulteriormente a 3 euro per ogni kW oltre i 185.
- Dopo il 20-esimo anno il superbollo viene abolito.
L’imposizione del superbollo ha avuto conseguenze negative sull’industria automobilistica italiana.
Le vendite di vetture di lusso sono diminuite drammaticamente a causa dell’aumento dei costi per i consumatori. Ciò ha portato a una riduzione delle entrate per le case automobilistiche, alla perdita di posti di lavoro nel settore e all’indebolimento dell’economia nel suo complesso.
C’è chi si chiede se il superbollo abbia davvero raggiunto i suoi obiettivi. Nonostante l’intento di aumentare il gettito fiscale, le entrate generate da questa tassa sono state deludenti. Allo stesso tempo, gli automobilisti continuano a essere gravati da un onere fiscale senza benefici tangibili per il Paese. Alcuni suggeriscono che una tassa basata sulle emissioni di CO2 potrebbe essere un approccio più equilibrato e mirato a promuovere la sostenibilità ambientale.
E proprio questa assenza di benefici, sembra sia la motivazione che guida il governo di Giorgia Meloni nella decisa volontà di porre fine a questa odiata tassa. Supportato da una larga maggioranza in parlamento, il governo sta valutando seriamente l’abolizione del superbollo e di altre micro-imposte che hanno causato solo disagi agli automobilisti apportando benefici non significativi alle casse dello Stato.
Resta da vedere se la volontà politica si tradurrà in azione concreta. Gli automobilisti italiani sperano che questa sia la volta buona in cui il superbollo verrà eliminato definitivamente, consentendo loro di godersi le loro vetture senza l’ombra di un’imposta pesantissima sulle loro spalle.