I rincari record sul costo della benzina iniziati ad agosto, si faranno ben presto sentire anche al supermercato. Vediamo insieme il motivo.
Non sembra al momento esserci alcuna luce in fondo al tunnel per il nostro paese. I rincari record iniziati circa un anno e mezzo non si sono mai mai fermati, e hanno portato rapidamente tantissime famiglie italiane sull’orlo di un vero e proprio collasso economico.
D’altronde, con i prezzi di tantissimi beni alimentari saliti di oltre il venti per cento, e il costo delle utenze di luce che per molti utenti è raddoppiato nell’ultimo anno, il costo della vita è ormai insostenibile.
Senza dimenticare quanto sta accadendo con il carburante. L’aumento repentino del costo di benzina e diesel di un anno fa aveva già fatto capire quanto fosse grave la situazione nel nostro paese, ma poi il taglio delle accise disposto dal governo Draghi aveva comunque avuto l’effetto di calmierare un mercato ormai impazzito. Ma la pace è durata davvero poco per i consumatori, e partire dai primi giorni del mese di agosto 2023, il prezzo della benzina è tornato adesso molto vicino ai due euro al litro.
Una situazione molto critica, che ben presto si ripercuoterà inevitabilmente anche sul prezzo dei prodotti che troviamo ogni giorno negli scaffali del supermercato. Non bisogna infatti dimenticare che attualmente più dell’80 per cento delle merci che vediamo esposte, arrivano da lontano, attraverso lunghi viaggi, e il loro prezzo è condizionato proprio dal carburante che serve per trasportarli.
Di fronte agli aumenti di benzine e diesel delle ultime settimane, non servirà tantissimi tempo affinché questi costi non ricadano anche sul prezzo finale dei prodotti.
È la prima associazione a lanciare l’allarme pubblicando un comunicato stampa è la Coldiretti: “A subire le conseguenze dei rincari è l’intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica arrivano ad incidere attorno ad un terzo sul totale dei costi per frutta e verdura”.
In Italia oltretutto, questo problema è persino più grave che in nazioni come la Francia, in quanto, il costo medio chilometrico di trasporto delle merci, è già più alto di circa dieci centesimi.
E dato che al momento non si vedono segnali che facciano intendere che il costo del carburante si abbasserà a settembre, spetta adesso al governo trovare una nuova soluzione, dopo aver messo fine al taglio delle accise.