I senatori francesi riducono di 500 milioni di euro gli incentivi in favore dell’acquisto di veicoli elettrici. Il Senato transalpino ha ritenuto che gran parte di 1,3 miliardi di euro sarebbe andata a finanziare i costruttori cinesi di EV
Nell’anno della grande crisi, con l’aumento dei prezzi di benzina e diesel a causa della guerra in Ucraina, non tutti sono ancora pronti alla svolta verso l’elettrico e alcune decisioni che fanno discutere e creano il polemica in giro per l’Europa.
La decisione sul taglio agli incentivi arriva in un contesto politico particolare, dominato dalla crisi energetica e dalle preoccupazioni sollevate dall’arrivo, in quest’ultima parte dell’anno, di molte aziende cinesi o comunque asiatiche sul mercato locale, con modelli elettrici spesso più abbordabili rispetto a quelli europei e giapponesi.
L’obiettivo del governo francese è quello di riuscire a produrre in patria un milione di auto ecologiche entro il 2027. Il punto focale della discussione e della polemica è nato, dopo il taglio, proprio sulla materia produttiva.
Da Parigi hanno giustificato la scelta di sacrificare il bonus, con l’assenza di una filiera francese o, quanto meno, europea in questo settore tecnologico ammettendo de facto un ritardo del sistema produttivo nazionale ed europeo in fatto di riconversione ecologica. In effetti la questione della difesa dell’industria locale, debole anche nella produzione di batterie, è già emersa negli Stati Uniti e, più di recente in altri Paesi europei.
La proposta del senato francese dev’essere approvata dal governo, che in più occasioni ha espresso la sua contrarietà a ridurre i fondi per gli incentivi all’acquisto di auto elettriche. A prescindere da come andrà, in Francia fanno sapere che il processo di elettrificazione continuerà per la sua strada senza alcun intralcio.
A sottolineare l’intenzione del governo francese di dare un chiaro segnale per la svolta sulla mobilità ci sono stati anche recenti provvedimenti dell’esecutivo Macron, come ad esempio quello che impone la costruzione di parchi fotovoltaici sui grandi parcheggi e lungo le autostrade che dunque seguono lo stesso orientamento a sostegno della diffusione della mobilità elettrica.
In particolare, secondo il ministro della Transizione ecologica, Christophe Béchu, “l’elettrificazione del parco circolante è una priorità che non può essere sospesa”; in corso di approvazione, del resto, ci sono provvedimenti per imporre la realizzazione di parchi fotovoltaici sui grandi parcheggi e lungo le autostrade e, in generale, per favorire lo sviluppo delle fonti rinnovabili, proprio in vista della crescita della mobilità elettrica.