Dazi Cina, la ‘guerra’ si allarga: non bastano più le auto, ecco gli USA (e non solo) che cosa vogliono tassare adesso
Sembrerebbe che scontro commerciale a colpi di dazi ai competitor asiatici, non riguardi solo l’Europa e neppure solo le auto elettriche.
A difesa e protezione da una concorrenza che a tratti può essere definita spietata e aggressiva, almeno per quanto riguarda quello che è successo per il mercato dell’auto e soprattutto dall’ingresso di flotte di veicoli a batteria provenienti dalla Cina, la politica europea ha tentato di intervenire.
Ha pensato alla mossa protettiva dei dazi, per tutelare i costruttori del Vecchio Continente permettendo loro di competere ad armi pari per questa nuova fetta di mercato, quella delle elettriche, rispetto al prodotto cinese che riesce a superare tutti per prezzi vantaggiosissimi.
Spesso la ragione di questa offerta così invitante sono i bassi costi di produzione e di approvvigionamento di materie prime, sovvenzionati anche da incentivi di Stato, cosa che invece non è uguale per i produttori europei. Ecco perché secondo le fila della politica comunitaria, la concorrenza potrebbe finire per non essere del tutto equa.
Ma sembra che questa politica di protezione dalla concorrenza cinese non riguardi esclusivamente le auto e non solo questa specie di scontro commerciale Cina-Europa, ma entrano altri attori e altri fattori in ballo. Stiamo parlando degli USA, altra potenza commerciale mondiale a cui non si può essere certo indifferenti.
Dazi Cina: lo scontro non riguarda solo le auto elettriche
Sembrerebbe che oltre alle auto elettriche e alle batterie, i competitor cinesi e in generale asiatici si diano un gran bel da fare nell’esportazione di pannelli solari, collegabili facilmente alle tecnologie più green richieste di questi tempi. Il fatto è che l’export di pannelli solari asiatici interessa anche molto da vicino gli Stati Uniti.
La potenza americana, nell’organo del Dipartimento del Commercio del Governo, per mettersi al riparo da una concorrenza spietata e imbattibile soprattutto sui prezzi, pare voglia imporre nuovi dazi ai costruttori esportatori asiatici, che deciderà entro la fine del mese di novembre. I numeri dovrebbero essere questi: per i produttori thailandesi dazi al 23,06% e per quelli del Vietnam circa il 2,85%.
I dazi imposti dagli Usa sui pannelli solari
Questa decisione spunta anche dopo che gli stessi Stati Uniti, proprio come l’Europa, hanno deciso di proteggere i propri mercati sempre imponendo dazi fino al 100% all’import cinese di auto elettriche, sempre per quei motivi di concorrenza alquanto sleale, ravvisabile nella politica di prezzi troppo bassi, che potrebbe mettere in difficolta i produttori locali.
Alcuni dazi per quanto riguarda l’import di pannelli solari di produttori asiatici, esistono già sul territorio americano, dopo alcune indagini dello stesso Dipartimento che hanno portato alla luce come questi stessi produttori riuscissero a conquistare facilmente fette di mercato mettendo in pratica lo strumento del dumping.