Fiat Argenta, l’ammiraglia della casa torinese: storia di un flop I Sbagliarono veramente tutto
Fiat negli anni 80 e negli uffici di Mirafiori vedevano solo due parole su tutte: transizione ed economia, quasi quanto oggi siamo al livello di transizione ecologica, ma questo è un’altra storia.
Queste scelte portarono alla sostituzione della Fiat 132, l’ultima ammiraglia a listino dopo l’addio alla più lussuosa Fiat 130.
Con questa nuova grande berlina torinese si cercherà di arrivare fino a quando non esordirà un nuovo innovativo modello, per questo motivo tutto doveva essere fatto in maniera semplice e potremmo dire casalinga, poichè la maggior parte di queste versioni di Fiat Argenta rappresentano le auto flop. Questo perché l’idea di Fiat era improntato sulla Fiat Uno e su un pianale moderno che fungerà da base per una berlina che indosserà anche altri marchi: Lancia, Alfa Romeo e Saab.
L’idea di Fiat è stata quella di cambiare una vecchia macchina in una nuova proposta, cambiando sostanzialmente solo gli esterni e il nome, è un’operazione spesso rivelatasi fruttuosa. Gli esempi sono moltissimi, ma per la Fiat Argenta non è stato esattamente così. Si parte dal telaio della Fiat 132, conservando la sua raffinata meccanica a trazione posteriore, viene cambiato un nome e cambiati i connotati più evidenti, quindi mano pesante sull’anteriore e il posteriore, mentre il corpo centrale della carrozzeria resta immutato.
La Fiat sceglie il nome Fiat Argenta, scelta differente dalla presenza di numeri, ma vengono proposti un frontale anonimo e monotono, con i gruppi ottici rettangolari tanto in voga in quel periodo, e un posteriore classico e duro.
I flop della Fiat Argenta
Stiamo parlando degli anni Ottanta, la nuova ammiraglia torinese sfoggia una silhouette squadrata e spigolosa. Di quest’ultima si vedono le carreggiate, rimaste immutate e troppo strette rispetto alle fiancate. Non stiamo quindi parlando di un modello iconico, quanto di un’ammiraglia che fu un flop.
Questo però rimase l’ultima auto a marchio Fiat a trazione posteriore, la Fiat Argenta può vantare almeno un piccolo primato nella storia dell’azienda torinese. Per questa ragione la sua dinamica e il suo comportamento su strada sono egregi. Non di certo da sportiva, quando da mezzo destinato a lunghi viaggi in tutta comodità. Lo spazio è estremamente abbondante, le rifiniture sono di alto livello e le dotazioni complete.
Ciclisticamente la Fiat Argenta adotta un retrotreno a ponte rigido e dei motori longitudinali: un 1.6 da 98 CV e un 2.0 a iniezione elettronica da 122 CV, ai quali si somma un Diesel 2.5 da 72 CV facilmente riconoscibile per il rigonfiamento sul cofano motore.