Freni, tornano di moda quelli a tamburo | Dischi e pinze hanno un grave problema
Sembra che le emissioni inquinanti non riguardino solamente i motori termici, ma potrebbero avere a che fare anche con l’impianto frenante.
Ebbene sì sembrerebbe che i tradizionali e classici freni a tamburo stiano prendendo di nuovo più piede, in una specie di via del ritorno, tornando ad essere presi in considerazione anche sulle auto del futuro. A questo punto sorge spontaneo chiedersi perché accade questo.
I freni a tamburo per moltissimi, anche del settore, possono essere guardati come una tecnologia quasi superata ma in base a quanto sembra succedere in alcuni casi, sembrerebbe che non è proprio così, anzi si delinea una sorta di nuovo capitolo della loro esistenza.
Ma quali sarebbero i motivi alla base di un ritorno così fatto, specie su modelli di auto di ultima generazione? In primo luogo potremmo parlare di costi: produrre freni a tamburo costano molto meno dei freni a disco. Ma questa potrebbe essere una motivazione laterale.
Forse la ragione centrale sta nelle loro prestazioni in fatto di impatto sull’ambiente. Se non bastasse la propulsione delle automobili in fatto di emissioni, quindi motori termici a benzina o diesel troppo inquinanti, adesso sembrerebbe il turno dell‘impianto frenante.
Il possibile ritorno dei freni a tamburo
Esso potrebbe giocare un ruolo effettivo a livello di impatto ambientale secondo l’opinione di molti ambientalisti. Ma come? L’obiettivo è ridurre l’emissione delle microparticelle inquinanti che si formano durante la frenata. In particolare si parla dei una polvere che sarebbe dannosa per la salute umana.
E indiscrezioni su questi fatti parlano non solo di semplice opinione degli ambientalisti o di gruppi verdi, ma una presa di coscienza di questi fatti da parte della politica comunitaria, che sembrerebbe aver posto sotto la lente d’ingrandimento questo fenomeno e che entro il 2025 potrà decidere di rafforzare i requisiti normativi in fatto di emissioni inquinanti. I costruttori europei sono in prima linea, alla ricerca di soluzioni sempre più green.
Il possibile futuro dei freni a disco, meno ecologici e più inquinanti?
È quello a cui ha pensato Volkswagen in collaborazione con Continental che sembrerebbe fornirle, per il suo modello elettrico ID.3, freni a tamburo per l’asse posteriore e proponendosi anche per quelli dell’anteriore naturalmente. In ogni caso i freni a disco restano i più frequenti e dovranno solo essere aggiornati in fatto di rilascio di emissioni. Magari lo si farà attraverso una ri-progettazione e la presa in considerazione di un filtro speciale.
Questo comporterebbe inevitabilmente dei costi ed ecco che tornano a galla i freni a tamburo, che per conformazione e caratteristiche, non dovrebbero rilasciare le stesse microparticelle inquinanti, e la polvere che verrebbe fuori dalle ganasce rimarrebbe trattenuta all’interno per essere eliminata durante la revisione dell’impianto frenante.