Furti auto, allarme tecnica del “cavallo di ritorno”: così ti spillano un mucchio di soldi I Chiama subito la polizia
Quante volte, quando parcheggiamo la nostra macchina, magari bella pulita, con tutte le luci giuste e pochi bolli ci chiediamo: “la troverò al mio ritorno”. Per fortuna spesso la risposta è si, ma alcune volte non va tutto per il verso giusto.
Esiste infatti un mercato nero dove le auto vengono rubate non per farci rapine o altre eresie, quanto per smontarle e vendere i pezzi di ricambio. È stato calcolato, infatti, come questa metodica risulti essere maggiormente redditizia in quanto i particolari possono essere venduti a prezzi d’oro e soprattutto non sono rintracciarvi, in quanto non.
Possibile risalire al proprietario, se non per alcuni particolari come la centralina o il contachilometri. Nonostante questo sono tutti controlli che si possono facilmente eludere e dire addio alla propria amata vettura.
Questa volta però, almeno all’apparenza, le cose sembravano andare diversamente, poiché a Caserta, ma accade molto spesso in ogni parte d’Italia, i ladri rubavano la vettura e poco dopo provavano a rivenderla nuovamente ai proprietari secondo un collaudato quanto decisamente illecito metodo del “cavallo di ritorno”.
Ebbene questa è stata l’accusa contestata a due persone, un uomo ed una donna residenti nel Napoletano, arrestate dai Carabinieri di Aversa, vicino a Caserta su ordine del Gip del Tribunale di Napoli Nord, e poste ai domiciliari per furto aggravato ed estorsione in modo che non potessero arrecare danni ad altri o fuggire per andare a svolgere questo “lavoro” altrove.
Non tutti pagavano, ma guadagnavano comunque
L’indagine è stata interamente coordinata dalla Procura di Napoli Nord e ha riguardato un periodo di tempo molto lungo, si parla di un’arco compreso tra maggio e dicembre del 2022.
I Carabinieri della Compagnia di Aversa hanno subito pedinato e intercettato i due sospetti, accertando il più volte la quantità di furti e di estorsioni compiuti ai danni dei proprietari dei veicoli. Proprio a questi venivano richieste somme che andavano dalla cifra di 500 fino a quella di 2.500 euro.
Nonostante questo, e sottolineiamo giustamente, i derubati non accettavano di pagare altre somme di denaro per riavere la propria auto in quanto già pagata una volta ed in quel momento denunciata alle Forze dell’Ordine, petano in caso di ritrovamento potevano esserci problemi con l’assicurazione per il rimborso.
Allora a quel punto i due ladri Casertani smontavano le vetture e i pezzi li rivendevano, guadagnando in maniera maggiore. Nel mirino dei due malfattori vi erano tutte utilitarie e comunque auto non di lusso; venivano prese di mira le persone che non potevano fare a meno della vettura per spostarsi in modo che questi pagassero quanto richiesto.