Il trucco dei marchi di supercar per schivare i controlli delle Fiamme Gialle | Nessun imprenditore gliele comprava più
L’esagerata potenza di certe supercar, in termini di cavalli, poteva essere un freno all’acquisto per clienti facoltosi che temevano controlli.
La dichiarazione dei redditi è un obbligo di qualsiasi contribuente, sia esso proprietario di ville, conti e supercar sia di un monolocale e di un’utilitaria. Certamente è sicuramente più facile farsi due conti quanto si possiede non molto, che farli quanto le cose diventano troppe.
L’occhio che più fa paura è quello che vigila su questi conti e proprietà, quello delle cosiddette Fiamme Gialle, della Guardia di Finanza, che ogni giorno nel nostro Paese si impegna capillarmente sul territorio per tutelare i contribuenti. Un lavoro che svolgono da anni: case, ville, conti in banca, oggetti d’arte e supercar.
Soffermandoci su quest’ultime, per la loro potenza, anche in passato, potevano essere un problema e una tassazione pesante. Fu così che i grandi e lussuosi marchi delle super sportive italiane dovettero ingegnarsi, nel vero senso del termine, per trovare una soluzione.
Un modo per riuscire a offrire ai potenziali compratori, veicoli che non avrebbero dovuto essere un problema nella dichiarazione dei redditi. Certo senza rinunciare al motivo per il quale questi ultimi rivolgevano l’attenzione a marchi come Ferrari per esempio.
Il trucco dei costruttori di supercar per dichiarazioni in regola
Senza venir meno alla bellezza inimitabile e soprattutto alla potenza e alle prestazioni su strada di una supercar. Ecco perché in quel della Terra dei Motori emiliana, ci si diede da fare già a cavallo degli Anni 70. Come? Studiando un modo per intervenire direttamente sui motori, per cercare un modo valido di ridurre la cilindrata di propulsori come poteva essere un potente V8 Ferrari o Lamborghini o un V6 Maserati.
E ci riuscirono. I costruttori di supercar finalmente trovarono un modo per offrire al cliente ciò che voleva. Un trucco naturalmente lecito affinché i redditi e le proprietà di ricchi imprenditori fossero in regola e non sforassero specie in vista di controlli frequenti delle Fiamme Gialle, il cui compito ancora oggi è fondamentale per combattere e contrastare il cattivo fenomeno dell’evasione fiscale che ricade sulle spalle di tutti i contribuenti.
Motori limitati nella potenza e nessun problema con le Fiamme Gialle
E fu un modo anche per incrementare le vendite, che in qualche modo erano come bloccate da questo problema per così dire di potenza delle supercar, poiché gli imprenditori e i clienti facoltosi non se la sentivano di comprarle. Questo nuovo modo di progettare diede vita a modelli che hanno fatto la storia.
Parliamo per esempio della Maserati Merak 2000 GT del 1977 oppure della Dino 208 GT4 del 1974 o ancora in quel di Sant’Agata Bolognese, la Lamborghini aveva dato vita a una versione più frenata della Urraco P200 del 1975, certo più limitate nei cavalli e nelle prestazioni ma sempre delle gran signore dell’automobilismo italiano e soprattutto più tranquille, per i conti dei clienti più facoltosi.