La Formula 1 italiana che non veste Rosso Ferrari
Di Marco Merlo
La Formula 1 è senz’altro lo sport motoristico più amato nel nostro paese e, parlando proprio di F1, la prima cosa che viene in mente è la Ferrari
Si perché noi italiani, giovani e meno giovani, quando pensiamo ad una vettura di Formula 1 pensiamo proprio ad una delle rosse da corsa di Maranello. Insomma, la Ferrari è la F1 per antonomasia, nonostante da quasi un lustro la prestigiosa scuderia non abbia in forza un pilota italiano. Al netto di ciò, c’è da rilevare come moltissimi brillanti italiani siano inseriti nel modo della F1, andando a ricoprire numerose mansioni. Accantoniamo per un momento il tema Ferrari e facciamo una panoramica degli italiani che lavorano e collaborano con le altre scuderie, rivali di Ferrari.
In Mercedes, il responsabile di sviluppo e progetto è Aldo Costa, che lavora per la casa tedesca ormai dal 2011: è ritenuto come il padre della W05, la vettura da competizione che è stata in grado di riconsegnare nelle mani di Mercedes il primo Mondiale dal suo rientro in Formula 1.
Passando alla scuderia Red Bull, tra i nostri connazionali spiccano certamente Diego Mandolfo (Digital Menager di Toro Rosso), Giovanni Pavinati (il meccanico più giovane mai assunto in F1) e Marco Matassa (tecnico di pista).
Anche in McLaren-Honda sono presenti degli italiani nel team, il più noto è Andrea Stella, capo degli ingegneri a cui si aggiungono Giuseppe Pesce e la talentuosa Silvia Hoffer, che gestisce la comunicazione del team e dei piloti.
Non dimentichiamo che anche la francese Renault può contare su alcuni nostri connazionali: Luca Mazzocco (Head Of Partner Management), Marco D’Ascenzo (Designer Engineer Renault F1) e Massimiliano Portioli (Chef della scuderia).
Il tutto senza dimenticare Matteo Bonciani, che lavora per la FIA e Guenther Steiner, team manager in forza alla Haas.