Le analisi approfondite fatte dai tecnici Ferrari una volta giunti a Maranello, hanno rivelato che la valvola rotta non è stata la causa del ritiro di Vettel, ma una conseguenza di un altro malfunzionamento.
La prima analisi, infatti, sarebbe stata smentita da un’analisi più approfondita che avrebbe evidenziato un problema in una regolazione elettronica che avrebbe impedito agli iniettori di lavorare bene, causando la rottura della valvola di scarico di un cilindro del V6 numero 1 utilizzato dal pilota tedesco.
La sorpresa dei tecnici, di Arrivabene e dell’ingegnere di pista di Vettel sarebbe quindi giustificata, visto che all’accensione della power unit prima dell’uscita dai box sembrava funzionasse tutto alla perfezione, altrimenti, fanno sapere da Maranello, la SF16-H numero 5 non avrebbe preso la via della pista.
Questa notizia ha un aspetto positivo, che allontana tutto quanto detto dai pessimisti: la struttura di questa nuova power unit non ha alcun problema, visto che il cedimento strutturale è stato causato da problemi ben diversi.
E’ comunque ufficiale che la prima power unit utilizzata da Vettel in Australia e Bahrain non è recuperabile, ed a Shangai la Ferrari SF16-H del pilota tedesco sarà equipaggiata con il secondo esemplare disponibile. L’utilizzo forzato di questa seconda unità però, è una rogna da gestire per i motoristi che si occupano di programmare le rotazioni delle power unit, visto che a Maranello avrebbero potuto sperare di utilizzare questa power unit fino al GP di Spagna, in modo da lasciare più esemplari disponibili della versione sviluppata dell’unità, che dovrebbe debuttare proprio in occasione del GP di Spagna.
La sfuriata di Maurizio Arrivabene quindi, sembra destinata ad essere una delle poche di questa stagione, visto che l’affidabilità strutturale della power unit progettata a Maranello sembra esserci.