Le assicurazioni ora usano i droni: ti vogliono rovinare
Per assicurarsi precisione, riduzione dei costi e valutazione oggettiva dei casi, alcune compagnie assicurative hanno un metodo innovativo.
Sembra arrivare direttamente dagli Stati Uniti d’America, una notizia che riguarda da vicino le compagnie assicurative e i loro metodi, specie nella verifica e risoluzione di alcuni casi di risarcimento danni. Ebbene, le compagnie di assicurazioni, per mettersi al riparo da eventuali e potenziali frodi, ricorrerebbero all’uso di droni.
Utilizzerebbero questi dispositivi altamente tecnologici e ormai molto utilizzati, in ogni settore, in particolare le fotografie aeree dei droni e sulla loro base effettuare valutazioni più precise circa la risoluzione di tutte quelle richieste di risarcimento danni, conseguenze per esempio di sinistri stradali.
Ma non solo, anche per casi diversi, come quelli relativi all’assicurazione sulla casa. Parliamo soprattutto di certi casi particolarmente insidiosi, dove la responsabilità corre su un filo sottile che potrebbe spezzarsi da un momento all’altro, per cui l’assicurazione potrebbe non pagare il premio richiesto come risarcimento danni.
Non solo questo il senso per il quale vengono utilizzati i doni e le loro foto aeree, ma anche per valutare il rischio connesso a una specifica proprietà. La tecnologia sempre più accessibile e per questo utile dei droni, serve alla compagnia assicurativa, per osservare dettagliatamente e quindi poi tirare le somme.
Il nuovo metodo delle assicurazioni: utilizzare i droni
Specie su eventuali decisioni, inerenti al mantenimento o meno di richiesta di copertura assicurativa su proprietà da parte dei contraenti. Il vantaggio del drone, oltre a una chiara precisione offerta dalla tecnologia, è proprio l’abbattimento di alcuni costi per le compagnie assicurative.
Come quelli relativi al personale da inviare sul posto ogni qualvolta c’è da fare un’ispezione, e i dati rilevati non sarebbero comunque così precisi. Perché le foto aeree dei droni sono molto dettagliate, offrono varie angolazioni e dettagli non sempre rilevabili dalla mano umana.
Un occhio tecnologico e artificiale nelle risoluzioni assicurative
Però nonostante tutti i lati positivi, naturalmente quasi tutti dalla parte della compagnia assicurativa piuttosto che da parte di eventuali contraenti, che da quanto leggiamo avrebbero più da perdere che da guadagnare, per via di questo occhio tecnologico, si apre un altro capitolo dal titolo privacy. Quanto questi dispositivi possono incidere e rivelare in materia di dati sensibili e personali.
Le fotografie, le immagini aeree soprattutto quelle delle proprietà e delle case, potrebbero far sorgere questo genere di dubbio lecito. Anzi non è raro che sulla base di queste acquisizioni, la risoluzione di alcuni casi non si sia rivelata inadeguata e imprecisa. Coperture assicurative negate sulla base di una foto di un drone ma che dopo un’ispezione umana, reale, si sono configurate al contrario. Questo per dire che non sempre l’occhio artificiale vede e interpreta meglio di quello umano.