Limiti di velocità in città, la drammatica notizia: l’Europa li abbassa di brutto I Fai prima in bicicletta
Meno macchine in città, più limiti di velocità a 30 chilometri orari e una “Giornata Ue senza auto”. Le proposte per il futuro della mobilità urbana in Europa approvate dalla commissione Trasporti del Parlamento europeo
Il limite dei 30 chilometri orari è ormai per molte città europee e italiane una realtà solida. Le amministrazioni decise ad adottare tale provvedimento si stanno moltiplicando e, mentre le auto lasciano il posto ad altri mezzi, la mobilità si trasforma. A trarne vantaggio sono tanto la sicurezza quanto l’ambiente e i primi a essere soddisfatti sono i cittadini.
Un obiettivo che gli europarlamentari vogliono raggiungere con il limite di velocità nelle aree residenziali a 30 chilometri orari, formando i futuri automobilisti su come guidare senza mettere in pericolo gli utenti vulnerabili della strada e migliorando le infrastrutture pedonali e ciclabili.
Le nuove soluzioni di mobilità – si legge nella proposta di risoluzione – potenziano il trasporto pubblico tradizionale e contribuiscono alla riduzione delle emissioni di carbonio, del traffico, del rumore, al miglioramento della qualità dell’aria e della connettività.
Il progetto di risoluzione sottolinea anche il ruolo dell’intelligenza artificiale e della digitalizzazione nel migliorare l’efficienza dei trasporti, ridurre i tempi e i costi di viaggio e alleviare la congestione del traffico stradale. Per questo i deputati esortano la Commissione europea e i governi a investire di più nella mobilità intelligente, che potrebbe sbloccare l’emissione di biglietti unici per le diverse modalità di trasporto.
A 30 all’ora
Ad aver introdotto il limite dei 30 chilometri orari sono ormai diverse città europee. La prima realtà a optare per la norma è stata nel 1979 la francese Chambery, che conta 60.000 abitanti. Le zone 30 sono state gradualmente estese e il numero di incidenti si è notevolmente ridotto.
Oggi in Francia ad adottare la limitazione sono, fra le altre, anche Grenoble e soprattutto Parigi. In Spagna le realtà coinvolte sono ormai diverse. Tra esse spiccano Bilbao, con l’87% della rete a velocità ridotta, e Valencia, Capitale Verde Europea per il 2024. Altre grandi metropoli come Berlino, Amburgo, Zurigo, Helsinki, Edimburgo e Graz non fanno eccezione. Londra ha, poi, iniziato il processo già nel 2000.
Le analisi mostrano che imporre una velocità ridotta non significa alimentare il traffico, ma facilitarne, al contrario, lo scorrimento. Il testo, approvato senza alcun voto contrario dal Parlamento Ue, sostiene inoltre il passaggio al car-sharing, alla bicicletta e ad altre forme di mobilità collettiva e attiva nelle città e invita la Commissione europea a istituire una “Giornata Ue senza auto”.