L’Italia degli autovelox: è Guinness mondiale, da non crederci | Perché siamo arrivati a tutto ciò, lo spiega il Codacons
La presenza massiccia di dispositivi per il rilevamento delle infrazioni e della velocità, fa scalare all’Italia la classifica mondiale.
Quando si parla di autovelox, gli animi si accendono, soprattutto quelli degli automobilisti. Senza alcuna ombra di dubbio si tratta di strumenti di controllo e prevenzione rispetto alle infrazioni di superamento dei limiti di velocità, spesso causa di gravi incidenti e morti su strada.
La questione autovelox più che altro diventa oggetto di dibattito, non tanto per l’utilità di questi dispositivi, ma per il numero davvero elevato e crescente che si trova sulle strade italiane, in alcune zone più che in altre. Spesso gli automobilisti lamentano proprio questo, l’eccessiva presenza e capillarità.
Entra nel pieno del dibattito fervente un altro dato, questa volta del Codacons e che farà riflettere ancor di più su questo tema. Addirittura si parla di un vero e proprio record tutto italiano: ebbene siamo il Paese che a livello sia europeo che mondiale, conta più autovelox sulle strade.
Non solo autovelox, si parla anche di Tutor e semafori intelligenti nella statistica, tutto fa numero. Se a livello globale i dispositivi di rilevamento delle infrazioni sono 111.451, pensiamo che 11.171, quindi il 10%, è tutto italiano. La statistica del Codacons poggia sui dati di Scdb.info che è la piattaforma specializzata in rilevazione di questi strumenti in tutto il mondo.
Record di autovelox per l’Italia: cosa dice la statistica
A livello europeo la mole italiana di autovelox e simili rappresenta una bella fetta, una percentuale del 17% su totale e i dati dicono che si tratta di una tendenza al costante aumento. Però una magra consolazione ci sarebbe e riguarda due Paesi che potrebbero fare ancora di più dell’Italia in fatto di numeri. Infatti secondo la statistica la presenza di strumenti di rilevamento delle infrazioni in Brasile, per esempio supera quello italiano, con 17.614 unità.
E pure la Russia con ben 18.414 presenze sulle strade. Ma c’è necessità però di specificare un aspetto: si tratta di Paesi molto più grandi ed estesi rispetto al territorio italiano, quindi c’è differenza tra le cose. Anche gli Stati Uniti stanno messi bene a numero di dispositivi con circa 7.973 unità.
Prima dell’Italia solo Russia e Brasile
Se vogliamo fare un giro dai nostri cugini europei ai primi posti per quantità di strumenti di rilevamento infrazioni troviamo la Gran Bretagna con 7.707 seguita dalla Germania, con un numero di 4.690. Successivi Francia con 3.745, Belgio a 3.179, Svezia con 2.466 e infine Spagna, con molto meno, a quota 2.268.
Presenza eccessiva sulle strade italiane e presunto aumento significa proporzionalmente anche aumento delle sanzioni a carico degli automobilisti, quindi incassi positivi nelle casse dei Comuni dei quali gli autovelox sono proprietà. Il lavoro da fare è quello di chiarire e soprattutto rendere più trasparente tutto questo a tutela degli automobilisti, cosa che si intende fare anche nella riforma del CdS.