Manomettevano le colonnine del parcheggio grazie a un tastierino elettronico. Svelato il trucco per far sparire i soldi, ma attenzione ci sono anche altri modi per frodare le macchinette del parchimetro
Smascherata la frode operata ai danni del Comune da parte di una dipendente di una municipalizzata a Busto Arsizio (Varese) aveva manomesso tutti i 38 parcometri nel territorio del Comune. Tratteneva una buona parte dei soldi che gli automobilisti versavano per la tariffa del parcheggio.
La donna era in grado di modificare il funzionamento dei parcometri senza che questi segnalassero la sofisticazione, avvalendosi di un aggeggio tecnologico d’importazione dotato di tastierino elettronico.
Un metodo ingegnoso che ha fruttato oltre 95.000 euro è stato scoperto dai militari della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Varese. L’ingente somma era stata utilizzata per trattamenti estetici, iscrizioni a villaggi fitness, per l’acquisto di telefoni cellulari e altre spese personali. Le forze dell’ordine hanno assicurato la donna alla giustizia e accertato il reato di peculato dal novembre 2021 a settembre 2022.
Pedinamenti e intercettazioni ad opera degli inquirenti, hanno potuto dimostrare la colpevolezza dell’incaricata che si è aggravata poiché svolgeva un pubblico servizio. In questo caso la pena è stata stabilita da un provvedimento di arresto domiciliare unito al sequestro preventivo “per equivalente” del maltolto, finalizzato alla confisca di beni nella disponibilità dell’indagata.
Per una frode dimostrata ve ne sono diverse altre perpetrate ai danni della Pubblica Amministrazione che vedono protagonisti i parchimetri. Non sempre di facile individuazione, perlopiù sono escamotage ruba-resti. La loro diffusione sembra essere trasversale rispetto al territorio nazionale, ma alcuni video diffusi sulla rete, svelano i meccanismi di queste truffe ai danni degli ignari automobilisti e delle Amministrazioni Comunali.
La manomissione di un parchimetro elettronico sembra essere davvero impresa per cervellotici ingegneri, ma alcune di queste “trovate” sono tanto semplici da apparire geniali. Recentemente, sono state dimostrate alcune truffe che sono state architettate con banalissimi pezzetti di fil di ferro, artatamente inseriti nelle nicchie rendi-resto che sono presenti in tutti i parchimetri.
Una manomissione di questo tipo rende impossibile per l’apparecchio, la restituzione delle monete di resto che restano intrappolate e rimosse manualmente dal “furbo” che ha ideato il trucco. In questo caso, vien da pensare che la somma racimolata sia minima; tutto sommato il danno per l’automobilista resta relativo, ma in realtà se consideriamo la ripetizione questo artificio per un numero x di parchimetri ecco che la cifra può diventare davvero consistente.