Mercato auto, rivelazione choc degli esperti: nel giro di tre anni impossibile comprarla a meno di così I Sono altissimi
L’incertezza sempre più evidente dell’industria automobilistica italiana di fronte alla nuova e impattante normativa Euro 7!
L’Associazione nazionale filiera industria automobilistica (ANFIA) è fortemente preoccupata per l’imminente entrata in vigore della normativa Euro 7 contro le emissioni inquinanti delle automobili, programmata per il primo luglio 2025. Secondo l’associazione, ciò comporterà problemi significativi per le case automobilistiche e, di conseguenza, per gli utenti finali.
Il presidente dell’ANFIA, Marco Stella, non ha esitato a esprimere la sua opinione sulla questione. Ha affermato che l’Euro 7 non ha senso dal punto di vista industriale e soprattutto non è sostenibile dal punto di vista economico. Stella sostiene infatti che i costi delle materie prime, della progettazione e della produzione aumenteranno considerevolmente, portando a un deciso aumento dei prezzi delle automobili.
Le indicazioni indicano un aumento di circa 1900 euro per le auto a benzina e 2600 euro per le auto a diesel, in netto contrasto con le previsioni della commissione europea, che indicava un aumento massimo di 450 euro. Secondo Stella, tutti i costi aggiuntivi saranno scaricati sui clienti finali, con un ulteriore aumento stimato intorno al 15%.
Questo renderebbe praticamente impossibile trovare sul mercato un’automobile che costi meno di 20.000 euro, colpendo duramente i consumatori.
Da considerare anche il fatto che gli incentivi sono terminati e che i costi dei finanziamenti sono aumentati visto il generale aumento dei tassi di interesse. Di conseguenza, il prezzo delle automobili è già notevolmente salito, senza nemmeno dover aspettare l’entrata in vigore della normativa Euro 7.
Sempre secondo il presidente ANFIA, l’attuale normativa Euro 6 è già molto efficace nella riduzione delle emissioni, e quindi non era necessario introdurre una normativa ancora più restrittiva e, secondo lui, inutile. Inoltre, questa mossa potrebbe danneggiare l’industria europea a vantaggio della Cina, che mira a ottenere il 20% del mercato automobilistico elettrico entro il 2025.
L’ANFIA sostiene infine che mettere in difficoltà oggi chi produce motori a combustione interna significherebbe penalizzare un settore strategico in cui l’Europa crea ancora valore e dove l’industria automobilistica tradizionale svolge un ruolo fondamentale nella transizione verso la mobilità elettrica.
Questa situazione genera incertezza e preoccupazione all’interno dell’industria automobilistica. Le case automobilistiche dovranno affrontare importanti sfide economiche e tecnologiche per adattarsi alla normativa Euro 7, che potrebbero influire pesantemente sui loro profitti e sulle loro strategie di mercato. L’ANFIA e le case automobilistiche stanno lavorando per cercare soluzioni e adattamenti che permettano di rispettare i nuovi requisiti di emissione senza gravare eccessivamente sui costi delle automobili. Tuttavia, la strada verso una soluzione equilibrata rimane difficile e complessa.