Mercato dell’auto: le Case vogliono svenarti | Il motivo non è fare più margine
I prezzi delle auto oggi sul mercato presentano costi esagerati e spesso impossibili da sostenere per tutti. Intanto le vendite continuano a calare.
Sembra quasi che il mercato stia cambiando faccia e più che concessionarie si tratti di vere e propri negozi di lusso. Il problema riguarda proprio l’utente, il consumatore, che ritrovandosi a dover cambiare o acquistare un’auto, messo di fronte ai listini, o se la potrà permettere o dovrà lasciar perdere, senza troppa possibilità di scelta.
C’è stato un vero e proprio cambiamento repentino anche a livello di sconti. Le case costruttrici hanno iniziato ad alzare il tiro dei listini e tagliare gli sconti, in uno scenario di mercato già molto difficoltoso. I motivi individuati sono stati molteplici.
All’inizio si parlava del conflitto in Ucraina, della scarsa reperibilità e approvvigionamento di materie prime e chip. Ma non solo, cioè queste ragioni non bastano più. E sono i dati che parlano, se pensiamo che nel 2022, delle auto immatricolate in Italia, solo un numero davvero piccolo costava sotto i 20 mila euro, solo 360 mila esemplari, il 27% del mercato.
Ma facendo un passo ancora più indietro nel 2019, le immatricolazioni così descritte erano quasi 800 mila, quindi un buon 42%, il cui 7% contemplava la fascia di vetture che costavano sotto i 14 mila euro, fascia scomparsa completamente l’anno dopo. Le auto immatricolate in Italia, di costo superiore, parliamo di quelle comprese nel range 20-35 mila euro si imponeva, nel 2022, con un bel 43%, nel 2023 ancora al 42%.
Mercato dell’auto: prezzi alle stelle e poche vendite
Le immatricolazioni di auto sopra i 35 mila euro hanno invece superato quota 400 mila già nel 2022, con una percentuale del 31%. Ma come spiegarsi tutto questo? Come è possibile che la vendita di auto sotto un certo costo sia passato da 1,9 a 1,3 milioni di unità? Una risposta arriva dalle indagini del Centro Studi Fleet&Mobility.
Forse la strategia è produrre meno e vendere meno di conseguenza. Ma perché? Semplicemente perché al momento l’industria dell’auto non ha scelta. Se i costruttori operassero sul mercato come anni fa, stessi prezzi e stessi sconti e quindi vendessero un gran numero di esemplari, ne pagherebbero le conseguenze.
Le difficoltà dei consumatori e le probabili ragioni di questo scenario
Si registrerebbe sul mercato un vero e proprio sbilanciamento tra presenza e vendita di macchine a motore termico tradizionale e le nuove flotte ibride e elettriche. Questo violerebbe i limiti imposti dalle politiche comunitarie, in termini di elevamento dei livelli di inquinamento e emissioni.
Ma soprattutto multe pesanti che in alcuni casi sembra vengano scaricate proprio sul prezzo alle stelle dei listini. E questo non riguarda solo il mercato dell’auto, ma anche altri settori, come quello del riscaldamento domestico. È il caso dell’annuncio di Bosch UK e della vendita di caldaie a gas a discapito delle pompe di calore, che però il mercato non vuole.