Quest’anno il MotoGP non è cominciato con i migliori auspici, ma restano i problemi legati alla sicurezza in pista e continua il dibattito riguardo i compensi dei piloti, dove il risultato è unico e lo stesso da tempo.
Le due questioni avanzate sono strettamente legate. Parliamo di come sono oggi le piste, le gare, le moto da 300 cavalli sopra i 350 km/h, parliamo quindi di regolamenti e paletti continui, mentre l’altra riguarda il rapporto tra corse, rischi e compensi. Vi è stato anche un raddoppio delle gare 2023, da 21 a 40 ha cambiato anche gli ingaggi.
Il ragionamento è semplice: ob torto collo, possiamo anche fare il doppio di gare, ma per questo dobbiamo essere pagati. Se Valentino Rossi, è ancora di gran lunga il pilota con i guadagni maggiori pur essendosi ritirato da due stagioni, qualcosa vorrà pur dire, data l’evoluzione della MotoGP.
Per i pagamenti ci pensa la Dorna a lanciare la patata bollente ai Team e questi la rimbalzano al promoter del campionato. Si tratta di una gabula da sciogliere dopo le prime gare stagionali ed a quanto pare conviene non farlo.
Anche per il motociclismo vale la regola della domanda e dell’offerta. Nessuno butta via soldi, tanto meno le molte aziende sponsor che finanziano team e piloti per portare a casa incassi a livello pubblicitario e di immagine.
La domanda che sorge è quanto costa e il ritorno dell’investimento in termini di immagine e di mercato? Quanto parliamo di convenienza ci pensano gli indicatori di marketing a dire alle imprese di stabilire i pro e i contro di una sponsorizzazione.
Su queste basi, anche nel motociclismo, è il mercato a stabilire il valore della sponsorship pin base al valore del pilota che si vuole pagare. Nel motociclismo, tutti i piloti iniziano la loro carriera per passione, pagando di persona: famiglia, amici, piccoli sponsor fa lo stesso. Poi il tutto scema e rimangono poche decine che arrivano ai vertici dei mondiali, una ventina poco più in MotoGP, la classe regina piena di gloria e di soldi, ma solo per pochi.
Parlando del re incontrastato della MotoGP per l’ingaggio parliamo di Valentino Rossi, fuori dal Motomondiale da fine 2021. Il 9 volte campione del mondo pesarese ha tratto e continua a trarre dal motociclismo montagne di soldi come mai nessun altro abbia mai fatto, ha creato un brand con il suo 46 e attinge costantemente dalla sua strategia vincente. Nella sua ultima stagione percepiva dal team 4 milioni di euro, poco più della metà rispetto agli oltre 7 milioni ottenuti dalla casa ufficiale sino al 2020.