Non solo casco, ma caos: monopattini e nuovo CdS, è una vera carneficina, molti stanno già provando a venderli da subito
Le nuove norme sui monopattini introdotte dal nuovo CdS, più che a un nuovo ordine, sembrano per il momento, aver prodotto caos e incertezze.
Da qualche giorno ormai, sulle strade italiane vige il nuovo Codice della Strada e gli automobilisti e conducenti stanno facendo in modo di recepire e adeguarsi, a tutta una serie di nuove regole, per evitare di incorrere in quelle che sarebbero purtroppo multe e sanzioni davvero pesanti.
Ma sembra anche che questa novità, abbia già generato qualche problema. E la questione riguarderebbe in particolare i monopattini. Questi mezzi facenti parte della nuova micro mobilità, che ha invaso da ormai qualche tempo tutte le città del nostro Paese, certamente molto agili e anche sostenibili, sembrano aver risentito molto delle nuove regole.
Lo scopo dell’azione del nuovo Codice della Strada, infatti, era proprio quello di offrire anche per questi mezzi di ultima generazione, una chiara e trasparente regolamentazione, per maggiore ordine e sicurezza sulle strade, e per la salvaguardia della stessa incolumità di chi li conduce.
Però dal 14 dicembre sembra che piuttosto che fare ordine, le nuove norme abbiamo contribuito più che altro a creare qualche incertezza, soprattutto nei conducenti di tali mezzi e anche nelle società di sharing, che diciamo sono poi quelle più interessate a capirci qualcosa.
Non solo casco: il nuovo CdS e il caos sui monopattini
Chiariamo che il nuovo Codice della Strada ha in sostanza prescritto alcuni obblighi per questi mezzi. Innanzitutto l’obbligo di casco per tutti, non più solo per i minori di 18 anni, poi a seguire l’obbligo di targa: come qualsiasi altro mezzo circolante su suolo pubblico, essa è necessaria all’identificazione.
In ultimo, previsto l’obbligo di assicurazione, un valore aggiunto anche per chi conduce il monopattino stesso. Previsto in aggiunta anche l’obbligo di equipaggiare il monopattino con indicatori luminosi e di segnalazione per evitare brutti incidenti. In questo dunque c’è molta chiarezza da parte del Codice, ma secondo le dichiarazioni di alcune associazioni di categoria.
Le incertezze tra utenti, società di sharing e associazioni
In particolare il collettivo Alleanza per la mobilità sostenibile, che vede messi insieme numerosi produttori, società di sharing, distributori e associazioni di consumatori, c’è necessità di ulteriori chiarimenti. Chi utilizza quotidianamente questi mezzi, secondo l’associazione, sembra essere in preda al caos, non sapere bene cosa fare, se indossare il casco o meno, se provvedere a servire di targa il mezzo o stipulare un’assicurazione, prima di mettersi in strada.
Anzi alcuni stanno pensando addirittura di disfarsene, per evitare qualunque noia. Lo stesso collettivo ha dichiarato che i centralini e i servizi di assistenza delle società di sharing, sono completamente intasati dalle richieste dei clienti. Naturalmente il timore è quello di incorrere in un posto di blocco, essere multati e sanzionati, anche se sembrerebbe che in questa prima fase di recepimento del Codice, molte multe e sanzioni siano ancora allo studio e al vaglio.