Le emissioni di polveri fini nei trasporti non dipendono soltanto dai motori a combustione. Per molto tempo si è sottovalutato l’impatto ambientali degli pneumatici e in particolare dei freni. Si tratta di un problema urgente e di ampia portata
Per molto tempo gli sforzi sul fronte della ricerca e della riduzione delle polveri fini si sono concentrati sulle emissioni prodotte dalla combustione dei carburanti. Da alcuni anni l’attenzione è rivolta anche alle emissioni generate dalla frenata, ossia dal contatto della pastiglia con il disco del freno.
Gli automobilisti che vogliono avere i cerchioni in alluminio sempre lucidi devono combattere sistematicamente con la polvere grigia che vi si deposita sopra. Il principale responsabile di questo fenomeno non è tanto lo sporco della strada quanto le polveri fini che provengono non solo dai motori a combustione ma anche da freni, pneumatici, frizioni e dall’usura della carreggiata.
Le emissioni di polveri fini risultanti dalla frenata e dall’usura degli pneumatici hanno in comune il fatto di essere prodotte anche dai veicoli elettrici o ibridi, un aspetto che rende la ricerca in questo campo ancora più importante.
L’elemento rinvenuto più frequentemente nelle particelle è il ferro in tutti gli ordini di grandezza, proveniente perlopiù dai dischi dei freni. Ci sono poi altri metalli rilasciati dalle pastiglie dei freni. Queste minuscole particelle potrebbero avere un impatto negativo sull’ambiente e sulla nostra salute.
La classificazione Crit’Air, introdotta nelle grandi città francesi per vietare la circolazione delle auto considerate più inquinanti, potrebbe presto prendere in considerazione oltre alle emissioni dallo scarico, anche il particolato rilasciato dai freni e considerato un dannoso inquinante.
Una proposta in questo senso è stata avanzata da Yann Wehrling vicepresidente della regione Ile-de-France responsabile della transizione ecologica. Durante una intervista rilasciata a Bfm TV, Wehrling ha spiegato che “l’adesivo Crit’Air, oggi, tiene conto delle emissioni del motore e non di quelle dovute ad altre cause. Come ciò che abbiamo recentemente scoperto, e cioè che l’abrasione dei freni emette particelle“.
Wehrling ha anche precisato che “Crit’Air dovrà evolversi ed evolverà, ne sono certo” riferendosi al fatto che questa classificazione tiene conto solo dell’età dell’auto e non dell’inquinamento effettivamente emesso.
Dello stesso parere Patrice Leclerc, sindaco di Genneviliers, che ha denunciato queste emissioni inquinanti. Leclerc ha spiegato di voler proporre che “alle Case automobilistiche venga imposta l’installazione di aspiratori per queste particelle. Una modifica che si può apportare anche su veicoli esistenti e che costerebbe attorno a 700 euro“.