Nuovi obblighi, la scatola nera su tutte le auto: dice quanto inquini I Oltre un certo livello scatta il divieto di girare in strada
Sappiamo bene quando la scatola nera possa esser utile in certi casi, per entrare in ZTL o nelle gradi città , ma altre volte è una beffa.
Una ricerca provocatoria del Politecnico di Milano, presentata al The Urban Mobility Council: basandosi sull’utilizzo del veicolo e sullo stile di guida ha notato come potrebbero mutare la guida nei centri urbani. Questo è stato un contributo importante portato dalThe Urban Mobility Council al futuro della mobilità.
Il progetto è nato lo scorso anno e promosso dal Gruppo Unipol con il Patrocinio della Commissione Europea. Da poco sono stati presentati i progetti analizzando i dati di movimento, attraverso le scatole nere installate da Unipol sui veicoli dei propri clienti nelle provincie di Bari, Roma e Brescia, parliamo di 360 milioni di spostamenti relativi a oltre 226 mila veicoli.
La scatola nera registra in dettaglio il comportamento dell’auto ed è diventata obbligatoria, come previsto dal regolamento UE 2019/2144, dal 6 luglio 2022 per tutti i veicoli di nuova omologazione. Dal 7 luglio 2024, invece, dovrà essere presente in tutti i nuovi veicoli di prima immatricolazione.
Secondo i dati è emerso che l’E-Private Mobility Index, ovvero la percentuale di veicoli tradizionali può essere effettivamente sostituita da veicoli elettrici, non è uniforme sul territorio nazionale ed è pari al 17% nella provincia di Roma, al 28% in quella di Brescia e al 42% in quella di Bari. I motivo è semplice: l’estensione geografica, i servizi presenti sul territorio e, ovviamente, alle abitudini di guida della popolazione. Il The Urban Mobility Council ha evidenziato un aspetto ancora più importante: i veicoli non elettrificati potrebbero continuare a circolare, anche nelle zone a traffico limitato attraverso le green box che identificano la classe d’inquinamento.
Dalle black box alle green box
Con la UnipolTech2, grazie alla telematica, è possibile passare dal concetto di black box a quello di green box, andando a misurare in modo continuativo i chilometri percorsi, le velocità, le brusche accelerazioni e le frenate.
Lo studio presentato dal Politecnico di Milano sottolinea quindi la necessità di promuovere una guida ecologica e responsabile, fornendo informazioni agli automobilisti sulle pratiche di guida che possono ridurre le emissioni e di conseguenza l’inquinamento atmosferico.
Spiega Sergio Savaresi, direttore del dipartimento elettronica, informazione e bioingegneria del Politecnico di Milano. «Lo studio evidenzia due concetti fondamentali. Il primo è che l’impatto ambientale di un veicolo e in particolare le sue emissioni di CO2 è largamente legato al tipo di utilizzo più che alla sua classe Euro. Il secondo è che, mantenendo il classico schema delle automobili private, l’effettivo passaggio ai modelli elettrici difficilmente potrà superare il 30%».
Si tratterebbe quindi di una rivoluzione, in particolare nella gestione degli accessi ai centri urbani, perché l’ingresso nelle Ztl si baserebbe non solo sull’auto che si possiede, ma su altri parametri.