Revisione auto, arriva la stretta: diventerà difficilissimo passarla I Italiani in lacrime
Questa volta fare la revisione in Italia sarà sempre più dura, addirittura potremmo arrivare a farci penalizzare dall’UE, il motivo? Ecco come mai.
Il segretario della FederIspettori, Brambilla ha raccolto dati che si basano sui numeri ufficiali: in Italia, il 99,8% delle auto sottoposte alla revisione periodica la passa senza problemi, mentre nel resto d’Europa la percentuale scende al 90%.
Statistiche che possono essere anomale dato che il sospetto è che da noi le revisioni siano spesso all’acqua di rose, a discapito della sicurezza stradale poichè viaggiano vetture che rischiano di essere una mina vagante per la strada. A questo va aggiunti un parco circolante molto datato e conseguenze negative a livello ambientale.
E pensare che proprio l’Ue aveva imposto, ben nove anni fa, procedure più rigide per tutelare l’ambiente. Parliamo di verifiche ministeriali, con la direttiva 2014/45. Che però possono risultare inefficaci, dato che rimangono i furbetti della revisione facile. Secondo quanto riportato da Brambilla, il problema in Italia ha più spiegazioni. La prima è che da noi i centri di controllo dove vengono effettuate le revisioni sono 9500: troppi rispetto a quanto utili.
Per battere la concorrenza, alcuni centri sono di manica larga, promuovendo auto che invece andrebbero bocciate. Inoltre, l’organismo di supervisione, prescritto dalla direttiva 2014/45, è affidato in Italia al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ma non svolge l’attività di vigilanza, in quanto il personale è insufficiente. Terzo, chi effettua la revisione è un dipendente del centro di revisione: un conflitto d’interessi che impedisce ai controllori di svolgere il proprio compito in modo imparziale dato che anche loro devono portare il pane a casa.
La messa in mora dell’Italia
Lo stesso Brambilla, per ovviare a questo problema, ha proposto in sede europea di agire in due direzioni: irrobustire l’organismo di supervisione, e rendere gli operatori che effettuano le revisioni indipendenti dai centri di controllo delle auto. Ma nonostante questo l’Ue non si accontenta e indagherà: obiettivo, capire se e dove in Italia le revisioni siano fasulle.
Non bisogna escludere la possibilità che contro l’Italia venga aperta una procedura d’infrazione, procedendo all’invio di una “lettera di messa in mora”. Questo significherebbe per lo Stato presentare delle osservazioni. Se queste non convincono, si passa al contenzioso e alle sanzioni.
Effettivamente, a ben guardare non sarebbe la prima volta che accade e che paghiamo: sono circa 282 i milioni di euro per le discariche abusive in Campania, altri 253 milioni di euro per quelle nel Paese, e molti altri sono i problemi.